Ricevo da Maria Grazia Dicati
BARLETTA, 17 GIU - "Il sentimento per quanto accaduto, qualora le forze
dell'ordine accertino che si sia trattato di un atto di violenza, è di dura
condanna e biasimo". Così afferma Luigi Terrone, assessore comunale alla
sicurezza e legalità del Comune di Barletta, a proposito dell'incendio che nella
tarda serata di ieri nel campo nomadi alla periferia della città ha distrutto
una baracca temporaneamente disabitata. Un episodio sul quale indagano i
carabinieri di Barletta. Se fosse un atto doloso, sarebbe - per Terrone - la
prima volta che una cosa del genere accade in 30 anni di convivenza civile e
pacifica tra i rom che vivono nel campo e i barlettani: "questo - aggiunge -
crea sgomento e preoccupazione". "La città - conclude - deve prendere una
posizione univoca e netta perché quelli sono cittadini barlettani e a quanto
accaduto va data una spiegazione".
Azdovic Idriz, il capo della comunità Rom che vive nel campo nomadi di Barletta,
a Barberini, è convinto che qualcuno abbia dato fuoco alla baracca distrutta
dalle fiamme alle 23 di ieri, all'ingresso del campo.
"Li ho visti anche ieri sera quei due, sul loro motorino, come le altre volte,
che passano e dicono che devono bruciarci e ci chiamano bastardi e brutti
zingari, come hanno visto fare a Napoli. Ieri sera, però, non hanno detto nulla,
c'era già il fuoco, li ho visti in lontananza, forse erano venuti a godersi lo
spettacolo". La baracca era temporaneamente disabitata e nessuno è rimasto
ferito a causa dell'incendio. Anche di fronte al fatto che, secondo i vigili del
fuoco, non ci sono elementi certi che le fiamme siano state appiccate, Idriz
insiste. "È vero - dice - che non ci sono tracce di un incendio appiccato da
qualcuno,- ma le fiamme bruciano tutto ed è difficile, dopo, dire perché c'è
stato un incendio, le fiamme non nascono dal nulla". Stamattina Idriz ha
avvisato i proprietari della baracca distrutta, una famiglia che ha lasciato
Barletta da qualche tempo per andare in Montenegro ma che tra poco sarebbe
tornata a Barletta. "Non credevano a quello che gli ho detto - racconta - ora
dovranno ricostruire la loro casa: anche quel poco che c'era lì dentro è stato
distrutto". Masserizie, tre bombole di gas, quasi esaurite, e altri pochi
oggetti erano nella capanna bruciata, niente altro. I vigili del fuoco, che
hanno spento l'incendio, sono tornati anche stamane, insieme con i carabinieri
di Barletta, per accertare, di giorno, che non vi fossero elementi trascurati
nella notte per dire che le fiamme sono riconducibili a qualcosa e a qualcuno, e
- a quanto viene reso noto - non li hanno trovati. "Io e la mia famiglia, perché
siamo una famiglia - aggiunge Idriz - viviamo qui da quasi trent'anni e siamo
benvoluti da tutti, non solo nel quartiere, ma anche a Trani, ad Andria: i
nostri figli frequentano le scuole di questa città". "Se a dare fuoco alla
nostra baracca sono stati quei ragazzini e sono del quartiere - conclude - io
parlerò con i loro genitori, qui ci sono solo amici, e cercheremo di mettere
tutto a posto perché questa volta non è successo nulla, nessuno si è fatto male,
ma se non fosse andata così come avrebbero potuto stare a posto con la loro
coscienza?". La scuola è finita il 10 giugno scorso, e i bambini del campo erano
lì stamane. Una piccola si avvicina: "Frequento la terza elementare in via Paolo
Ricci - dice - e mi piace scrivere, sono brava". Alla domanda se racconterà in
un tema quanto accaduto ieri sera risponde: "Non lo so, che cosa è successo ieri
sera?". "Niente - le dice la mamma - niente, dormivi".