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I socialisti promuovono una politica di inclusione dei Rom Europei
Di Fabrizio (del 18/06/2008 @ 08:44:37, in Europa, visitato 1469 volte)

11/06/2008 - Testo completo del Gruppo Socialista della dichiarazione sulla violenza contro i migranti in Italia.

Nell'incontro a Napoli l'11 giugno 2008, il Gruppo PSE ha firmato una dichiarazione - concordata unitamente dalle delegazioni italiana e rumena - sui recenti episodi di violenza e razzismo in Italia.

Celebrando il 2008 come Anno Europeo del Dialogo Interculturale, le delegazioni italiana e rumena nel gruppo socialista al Parlamento Europeo unitamente hanno espresso al loro condanna per i violenti attacchi ai capi rom come pure per gli atti di razzismo con bersaglio i Rom, che sono successi in Italia nelle ultime settimane.

Riaffermiamo fermamente la necessità di combattere ogni sorta di razzismo e xenofobia, ogni discriminazione basata su nazionalità o origine etnica, come dichiarato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.

Congiuntamente rigettiamo il principio di "responsabilità collettiva" basato su nazionalità o origine etnica. Le autorità di governo responsabili non dovrebbero mai avere bersaglio un gruppo nazionale o una minoranza. I media costituiscono un'entità insostituibile riguardo i principi democratici e dovrebbero perciò essere più attivamente responsabili riguardo le etiche imprenditoriali e la responsabilità sociale. La distorsione della realtà come la manipolazione della percezione possono avere conseguenze pericolose sulla società complessivamente per mezzo di sentimenti profondi e non fondati di insicurezza e di xenofobia, infine portando all'intolleranza, alla tendenza razzista e ad atti di violenza.

L'immigrazione è un fattore di crescita economica, sociale e culturale, specialmente nella UE dove molti paesi si confrontano col declino demografico e sistemi costosi  di stati sociali e di pensione così come di scarsità settoriali delle forze di lavoro.

L'immigrazione non è una sorta di crimine; lo sono l'esclusione sociale ed economica, la discriminazione e la segregazione.

Mentre la sicurezza è un diritto fondamentale di tutti i cittadini, questo non può affatto nutrire l'intolleranza.

Non può essere stabilita alcuna correlazione diretta tra criminalità ed origine etnica, delinquenza ed immigrazione. Nel contempo, la migrazione dev'essere diretta e gli Stati Membri devono senza esitazione identificare una vera politica europea per regolare l'ingresso legale, combattere la discriminazione e promuovere l'integrazione nell'Unione Europea.

L'unico modo per garantire la sicurezza si basa sul processo d'integrazione.

Il processo, dato che la lotta contro la criminalità richiede una cooperazione più forte tra le autorità incaricate di fare rispettare la legge nazionali a livello comunitario, per arrestare, giudicare e, quando il caso, espellere quanti commettano un crimine o rappresentino una minaccia alla sicurezza pubblica.

L'integrazione, perché la sicurezza non può essere assicurata senza combattere l'esclusione sociale, la marginalizzazione, la povertà. Questo significa garantire a tutti gli individui il diritto a partecipare pienamente nella vita economica, sociale, politica dei nostri stati Membri.

In un periodo in cui le leggi sono emanate per indirizzare le paure legate all'immigrazione, noi crediamo sia di massima importanza affrontare effettivamente i problemi associati all'immigrazione stessa. Come Socialisti, abbiamo sempre favorito le soluzioni a lungo termine rispetto alle strategie a breve termine, preferendo l'integrazione alla sorveglianza, l'inclusione sociale ed economica alla segregazione.

Entrambe le delegazioni considerano che la sfida dell'integrazione e della protezione della minoranza Rom debba essere diretta a livello Europeo: non è accettabile che la minoranza Rom sia ancora vittima di abuso e discriminazione nel territorio dell'Unione Europea. Sollecitiamo la Commissione Europea a presentare una strategia UE integrata regolando standard comuni a tutti gli Stati Membri per l'integrazione dei Rom, per appoggiare l'azione delle comunità locali, autorità nazionali e società civile.

I Rom dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri di cittadinanza come qualsiasi altro individuo dell'Unione Europea e questi diritti devono essere sostenuti e rispettati. Le tendenze attuali che ritengono i gruppi vulnerabili e marginalizzati responsabili del peggioramento delle condizioni economiche, sociali e securitarie devono essere rigettate. L'intervento dell'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, in aggiunta a numerosi rapporti e raccomandazioni del Consiglio d'Europa, aggiungono ulteriore preoccupazione ad una situazione già allarmante.

Questo è il perché vorremmo riaffermare il nostro forte credo in un'Europa allargata, nei valori dell'Unione Europea e nell'area di Schengen come uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

La libertà di tutti i cittadini UE di muoversi attraverso le frontiere è un diritto fondamentale ed un pilastro della cittadinanza Europea. L'espulsione di cittadini UE dovrebbe essere valutata caso per caso e con le necessarie garanzie, in linea con i trattati UE.

Le delegazioni italiana e rumena intendono riaffermare e salvaguardare il valore e l'importanza di solide relazioni d'amicizia e di cooperazione economica, sociale e culturale come pure l'associazione strategica che per tanto tempo ha unito Italia e Romania. Grazie a questi legami, migliaia di cittadini - e imprese - vivono e lavorano assieme ogni giorno in pace e armonia.

Gianni Pittella: Presidente della delegazione italiana
Adrian Severin: Presidente della delegazione rumena