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Il piano inclinato
Di Fabrizio (del 13/06/2008 @ 09:32:12, in Italia, visitato 1640 volte)

Da ChiAmaMilano

Schedati cittadini italiani la cui unica colpa è di essere zingari

Come su un piano inclinato il groviglio di pubblico panico e speculazione politica scivola senza potersi fermare.

Come su un piano inclinato la discesa comincia in un momento ben preciso ma nessuno sa quando si fermerà.

Come su un piano inclinato la velocità aumenta, pressoché incontrollabile e quanto solo ieri sembrava inimmaginabile oggi è orinaria amministrazione.

Così come è stato ordinario per Palazzo Marino e la Prefettura quanto accaduto alle 5 del mattino di venerdì 6 giugno nel campo nomadi autorizzato di via Impastato, periferia sud ovest della città. Prima dell’alba settanta poliziotti entrano in un campo regolare, abitato da una trentina di sinti italiani per controllarne e fotografarne i documenti. Un blitz degno di miglior causa, un'esibizione muscolare che non si era vista in altre situazioni indubbiamente assai più meritevoli di una così attenta vigilanza.

Sul piano inclinato ordinaria diventa anche l’assuefazione a ciò che invece dovrebbe evocare tetre immagini in bianco e nero e le circolari fasciste per l’internamento degli zingari italiani.

La schedatura di cittadini regolarmente registrati all’anagrafe comunale non ha suscitato, se non per le eccezioni di Caritas, Opera Nomadi, CGIL, Rifondazione comunista e la Consigliera del PD Fracesca Zajczyk, particolare sdegno e preoccupazione.

In un clima dove il vento dell’ossessione securitaria soffia inarrestabile e gli imprenditori della paura fanno ‘affari’ d’oro, era forse inevitabile che si arrivasse anche a questo. Non era però scontato il silenzio quasi assordante di forze politiche che avrebbero dovuto evitare di scivolare lungo la linea di massima pendenza della spirale paura-consenso. Il binomio magico del governo dell’inquietudine contemporanea.

Poco importa che la paura sia la moneta falsa con la quale la politica paga e continuerà a pagare le cambiali protestate delle speranze e dei bisogni cui non ha saputo dare risposta.