Di Roberto Malini
I rom non posseggono nulla, vivono all'addiaccio, sono emarginati,
discriminati, temuti. I bambini rom, nei rari casi in cui è consentito loro di
accedere all'istruzione, vengono vessati, insultati e derisi dai compagni; non
di rado sono vittime di violenza.
Le leggi del popolo rom condannano ogni forma di violenza, soprattutto
quando le vittime degli atti violenti sono donne e bambini.
Politici, autorità e media, con un cinismo raccapricciante, approfittano spesso
della debolezza sociale e dello spirito pacifico dei rom per farne il capro
espiatorio di qualsiasi problema che riguardi la società.
Di fronte alle forze dell'ordine, i rom subiscono in silenzio ogni genere di
intimidazione e abuso.
Di fronte ai magistrati, i rom sono rassegnati, prima ancora che inizi il
procedimento a loro carico, a subire la più grave e iniqua delle condanne.
Davanti ai giornalisti che - quando si verificano episodi di cronaca - li
intervistano, i rom sanno già che le loro parole saranno travisate e che
serviranno a costruire campagne contro di loro, che verranno presentati come
esseri perfidi, sporchi, immorali, pigri, incapaci di qualsiasi sentimento
umano.
L'attuale deriva razziale che ha luogo in Italia consente ai nuovi razzisti di
adottare gli stessi metodi che utilizzavano le autorità naziste per giustificare
la persecuzione contro ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Sono
sistemi tanto semplici quanto appariscenti, utili a diffondere presso l'opinione
pubblica l'immagine del Rrom ladro, violento, truffatore, rapitore e sfruttatore
di bambini.
Oltre ai casi che i media hanno amplificato a dismisura lo scorso anno,
attribuendo ai rom ogni sorta di delitto, a partire da quello di Giovanna
Reggiani, commesso da un romeno povero e non da uno zingaro; oltre alla stretta
censura relativa agli omicidi e agli attentati razziali (una realtà che ha visto
nel solo 2007 numerose vittime rom e centinaia - sic - di soggetti rom
sottoposti a rischio di vita), minimizzati dai media e non perseguiti dalle
autorità, neanche quando rivendicati; oltre alle bugie raccontate dai nostri
rappresentanti istituzionali alle autorità europee per cercare di evitare severi
ammonimenti e condanne; oltre alla "caccia al rom" scatenata in tutto il
territorio italiano, vasta operazione di pulizia etnica che culmina con gli
sgomberi e le espulsioni; oltre a tutto questo, la "macchina" razzista
costruisce casi di cronaca finalizzati a connotare il popolo rom come una razza
diversa e degenerata, inguaribilmente asociale.
Quotidiani importanti, a tiratura nazionale, si fanno portavoce di tali campagne
di discredito e negli ultimi tempi presentano eventi in cui genitori rom
costringerebbero i loro figli e altri bambini, rapiti alle famiglie legittime, a
rubare, chiedere l'elemosina, prostituirsi. "Se ognuno di voi non porta a casa
almeno 800 euro al giorno, verrà picchiato, torturato, legato al guinzaglio".
L'opinione pubblica è ormai incapace di riconoscere la verità, quando essa viene
diffusa dai media e suffragata dalle autorità.
Come si farebbe, altrimenti, a credere che una famiglia rom che vive al freddo,
protetta da quattro fogli di cartone, in pessime condizioni di salute,
martoriata da rigori delle intemperie, fame, infezioni, topi, parassiti,
violenza e umiliazione "nasconda" in realtà almeno 24 mila euro mensili?
Come si farebbe a credere che bambini sottoposti a torture efferate, denutriti e
macilenti non colgano la prima occasione di libertà per sfuggire ai loro
carnefici?
Come si farebbe a credere ai tanti rapimenti di bambini di cui i rom sono
accusati, quando alle dicerie non corrispondano denunce di scomparsa, nei Paesi
di origine?
Può anche darsi, però, che la purga etnica faccia comodo alla maggior parte dei
cittadini italiani: non erano forse le folle sterminate ad acclamare il nuovo
mondo proposto da Hitler e dai suoi assassini?
I rom amano profondamente i loro bambini e i loro modelli educativi non
prevedono l'uso delle punizioni corporali: “Tanti bambini, tanta gioia,” recita
un adagio zingaro. La persecuzione istituzionale che li colpisce in Italia
costringe tutti i componenti delle famiglie rom a tentare di sopravvivere anche
con mezzi estremi e considerato che gli adulti sono ormai - a causa della
campagna razziale – considerati alla stregua di demoni malvagi, solo i piccoli
zingari riescono ad ispirare compassione nella cittadinanza e a raccogliere
qualche spicciolo.
Si tratta di legittime istanze di sopravvivenza; nemmeno i furtarelli cui i rom
sono a volte costretti dovrebbero essere perseguiti, perché la Costituzione
sancisce che persino la ribellione alle autorità diventa lecita quando
l'oppressione si fa intollerabile. Nella realtà, però, politici e autorità
costruiscono i numeri della loro "efficienza" opprimendo a dismisura i rom.
I numeri parlano chiaro. In una città come Milano, nel 2007 sono state arrestate
3408 persone. Di queste – lo afferma la Prefettura – 530 sono donne e uomini
rom. E' una cifra sproporzionata, se si considera che la percentuale rom della
popolazione della capitale lombarda ammonta a meno dello 0,5 per cento.
La conclusione che se ne può trarre è una sola: o si crede che i rom siano una
razza inferiore, composta da delinquenti incalliti oppure è in corso
un'operazione criminale di pulizia etnica, quel "crimine contro l'umanità" di
cui l'Italia dovrà rispondere al Cerd (Nazioni Unite) e alla Corte Penale
Internazionale de L'Aja.
Coloro che non sono ancora ottenebrati dal pregiudizio antizigano non avranno
difficoltà a ricostruire come vengano messe in atto le operazioni di polizia che
portano all'incriminazione di tanti genitori rom e alla sottrazione dei loro
bambini da parte delle Istituzioni. Qui di seguito, il più recente evento
mediatico che vede quali "mostri" tre genitori zingari, a Rho, vicino a Milano.
MILANO: COSTRETTI A MENDICARE SI RIBELLANO, DENUNCIATI TRE NOMADI
Milano, 1 mar. - (Adnkronos) - Erano costretti dai loro genitori a chiedere
l'elemosina, ma i piccoli schiavi si sono ribellati e, attraverso Telefono
Azzurro, sono riusciti a denunciare i genitori.
E' quanto accaduto a Rho, alle porte di Milano. I militari hanno denunciato due
uomini (R.M., 37 anni e M.Z., 43 anni) e una donna (S.S., 26 anni), tutti
domiciliati nel campo nomadi di via Sesia, per induzione all'accattonaggio e
inosservanza dell'obbligo di istruzione elementare dei minori. I carabinieri
sono riusciti a documentare, anche con l'ausilio di telecamere, che i tre
costringevano i rispettivi figli, di 12, 11 e 6 anni, con minacce e continue
percosse a chiedere l'elemosina in varie parti della citta': parcheggi, centri
commerciali e semafori.
A far scattare l'indagine la denuncia del dodicenne che, in forma anonima, aveva
chiesto aiuto all'associazione Telefono Azzurro e aveva espresso il desiderio di
tornare a scuola. I tre piccoli sono stati affidati a una struttura di
accoglienza e presto potranno tornare tra i banchi. (Afe/Lr/Adnkronos)