Attentato razzista a Roma: 250 rrom hanno rischiato di essere bruciati vivi
Di Fabrizio (del 06/01/2008 @ 09:02:11, in Italia, visitato 2464 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Roma, 4 gennaio 2008. Ieri notte, intorno alle 22, un violento incendio è
scoppiato all'interno dei due capannoni della ex Mira Lanza (ognuno di circa 500
metri quadrati), nel quartiere Marconi, all'interno del quale trovavano rifugio
oltre 250 rrom, in condizioni difficilissime. Il rogo è divampato
improvvisamente e si è diffuso con rapidità inaudita nei capannoni dello
stabilimento fatiscente. Alcuni dei rrom hanno notato subito le fiamme e hanno
dato l'allarme, consentendo a tutte le famiglie, di cui fanno parte oltre 100
bambini, di mettersi in salvo. L'incendio è di natura dolosa, perché è scoppiato
contemporaneamente nei due capannoni, che distano decine di metri l'uno
dall'altro. Non vi è possibilità che le fiamme divampate nel primo capannone
possano aver attaccato il secondo. La velocità di diffusione del fuoco e
l'altezza delle fiamme sono inoltre caratteristiche degli attentati con bombe
molotov. I sopravvissuti al rogo hanno riferito alle autorità di un attacco
incendiario. La stampa online non fa riferimento né all'evidenza di un rogo
anomalo (doloso), sviluppatosi contemporaneamente in due sedi diverse e non
attigue, né alle testimonianze in tal senso (eccettuato "Il Velino", diretto da
Daniele Capezzone, che riporta con esattezza l'evento). La presenza di bombole
del gas all'interno dei capannoni rivela che gli attentatori razziali avevano
intenzione di provocare una strage. Le famiglie rrom sono state trasferite nei
padiglioni della ex Fiera di Roma, da dove però - è già stato annunciato -
saranno presto allontanate. Le indagini sono in corso, ma l'esperienza ci
insegna che difficilmente faranno luce sulle cause - senza dubbio dolose -
dell'incendio. Roberto Malini
Aggiungo : mi sono recato sul posto e ho interrogato i rom. Riferiscono di
aver visto due individui su un motociclo avvicinarsi alla ex fabbrica e lanciare
le molotov Marco Brazzoduro
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