Rom: le istituzioni fermino l'escalation razzista nel Pavese
Di Fabrizio (del 19/09/2007 @ 23:06:48, in Italia, visitato 1521 volte)
Da
Cittàpertutti
Comunicato stampa: Dopo i neofascisti di F.N. ora arrivano Borghezio e gli
incendiari di Opera
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer (consigliere regionale Prc- Se)
L’inverno scorso, nella città di Opera, alle porte di Milano, si consumò
qualcosa di inquietante. Un gruppo di cittadini inferociti per la presenza
temporanea di alcune famiglie rom e abilmente strumentalizzati da esponenti
leghisti e di estrema destra, prima diede fuoco alle tende della protezione
civile, poi sostenne un prolungato assedio al campo e, infine, riuscì ad averla
vinta. In altre parole, le istituzioni e la civiltà si arresero e i
professionisti dell’odio e della xenofobia incassarono in piena impunità una
vittoria politica senza precedenti.
Quanti segnalarono che quella vicenda non rappresentava una parentesi, ma
rischiava di trasformarsi concretamente in un modello da emulare, furono
accusati di allarmismo, se non apertamente derisi. Eppure, a distanza di soli
sei mesi, il seme nefasto del rogo di Opera sta dando i suoi frutti avvelenati,
a partire da quanto sta accadendo nella provincia pavese, in particolare a Pieve
Porto Morone. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco arrivare il suggello
formale: oggi il Comitato “Opera Sicura”, creatura dei settori più retrivi della
Lega, annuncia che venerdì prossimo scenderà a Pieve, portandosi il solito
razzista a tempo pieno, cioè Borghezio, evidentemente ansioso di recuperare
visibilità dopo il lancio del maiale-day ad opera di Calderoli.
Ormai i pochi rom rimasti a Pieve, tra cui molti bambini, sono diventati carne
da cannone nella feroce competizione tra i neofascisti e gli xenofobi della Lega
Nord. E così alcuni giorni dopo la parata delle teste rasate di Forza Nuova, la
Lega rilancia nel modo peggiore. La sindaca-sceriffo di Pavia può essere propria
fiera del suo operato!
Noi crediamo fermamente che la misura sia definitivamente colma e che non possa
essere tollerata una seconda Opera. E non è una questione che riguarda soltanto
la sinistra o qualche “sociologo d’accatto”. No, riguarda in primis le
istituzioni e la tenuta del tessuto democratico.
Ecco perché chiediamo ai responsabili istituzionali, a tutti i livelli, di
mettere finalmente un freno e porre fine alla tolleranza. Un discorso è l’incazzatura
di cittadini, anche se sfociata in un’isteria reazionaria, altro è quello della
crescente attività organizzata di neofascisti e razzisti.
Ai cittadini democratici e antifascisti lombardi chiediamo di fare la loro parte
e di partecipare alla mobilitazione che le associazioni di Pavia stanno
preparando per il 29 settembre.
Milano, 19 settembre 2007
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