\\ Mahalla : Articolo : Stampa
IL ROGO DI LIVORNO VISTO CON GLI OCCHI DI “ZINGARO”
Di Fabrizio (del 25/08/2007 @ 09:19:03, in Italia, visitato 2550 volte)

Ricevo da padre Agostino Rota Martir e porto a conoscenza

Porto le condoglianze ai genitori e famigliari dei 4 bimbi Rom bruciati in fiamme.

Dopo la strage che ha visto questi 4 bimbi Rom bruciare nella loro baracca sono tanti che dimostrano la loro bontà verso questi bambini e le loro famiglie Rom: associazioni, Consigli stranieri di Livorno (dicono di collaborare con rappresentanti Rom), Sindaco, Assessori, sacerdoti….ma i genitori continuano ad essere accusati di abbandono e sono tutt’ora in carcere.

Ma ai miei occhi io penso che tutti, io compreso abbiamo le nostre responsabilità per questa tragedia.

Tutti noi in questi ultimi mesi vedevamo e continuiamo a vedere scene di gruppi di Rom Rumeni (cittadini Europei!) che stanno sotto i nostri ponti e cavalcavia delle nostre belle città.

Questa è una realtà che sta sotto gli occhi di tutti, anche quelli che dicono che Livorno è una città accogliente, ma occorre mostrare questa accoglienza soprattutto a quelle famiglie Rom che erano presenti sotto quel cavalcavia, dove hanno trovato la morte quei 4 bimbi Rom.

Anche l’intervento del Papa Benedetto XVI sottolinea la necessità di più accoglienza, attraverso azioni concrete di solidarietà verso costoro, vittime della nostra cecità e indifferenza.

A che serve celebrare i funerali nella cattedrale di Livorno?

Forse è perché vogliamo mostrare la nostra “faccia buona”?

Perché allora permettiamo che i loro genitori stiano ancora in carcere (sono già 2 settimane) anche con l’accusa dubbia di abbandono, o che gli altri famigliari continuino a vivere sotto un ponte?

Le Autorità devono continuare ad indagare anche sulla pista dell’aggressione perché ci sono dei segnali chiari, innanzitutto le dichiarazioni dei famigliari stessi, anche se sono in pochi che vogliono crederci. Perché?

“Perché sono zingari!”

Se una tragedia simile fosse successa ad una famiglia Francese, Belga, o Tedesca …

di sicuro ci sarebbe stata una reazione forte e chiara, che avrebbe provocato un caso diplomatico tra Stati.

La Romania, purtroppo non piange in grande la morte dei bimbi Rom, si è limitata ad inviare una loro TV per filmare il luogo della tragedia.

Noi Rom abbiamo la nostra bandiera, ma non abbiamo una nostra “Madre Terra” che piange per noi.

Infine, faccio alcuni appelli.

Il primo è quello di liberare i genitori dal carcere per poter piangere i loro figli: è un loro diritto, perché scritto nel cuore di ogni essere umano!

Secondo, e mi rivolgo in primo luogo alle Istituzioni (Stato, Regioni, Comuni….) quando volete cercare delle soluzioni ai nostri problemi non ripetete gli sbagli passati, esempio quello dei campi nomadi, che a suo tempo sono stati decisi dagli “esperti Rom-Gagè” (i Gagè sono tutti quelli che non sono Rom).

Noi come Comitato “Rom e Sinti Insieme” abbiamo chiesto al Governo e ad alcuni Ministri di partecipare attivamente come consulenti o referenti ai Tavoli dove si decide il nostro futuro.

La mia esperienza decennale in Italia mi dice che volendo è possibile collaborare insieme tra consulta di stranieri e Istituzioni.

Noi Rom vogliamo e dobbiamo integrarci con il popolo Italiano ed Europeo, solo chiediamo di darci una possibilità, ad esempio per noi Rom di Ex Yugoslavia presenti in Italia da diverse generazioni di avere un Permesso di Soggiorno per motivi Umanitari e di Lavoro per poter vivere e lavorare legalmente.

Etem Dzevat, Presidente Associazione Comunità Europea Rom di Pisa

Membro della Consulta Stranieri Provincia di Pisa

Membro del Comitato Rom e Sinti Insieme.


Pisa, 24 Agosto 2007