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"No alla linea dura, cibo e vestiti per i rom"
Di Fabrizio (del 22/06/2007 @ 11:59:57, in Italia, visitato 2890 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale


Davanti all’esodo forzato di una comunità di circa 200 rom (tra l’altro cittadini dell’Unione Europea), cacciata dal comune di Legnano dopo 3 anni di stanzialità e ben 9 sgomberi (evidentemente inefficaci!), anche il Comune di Busto ha scelto di lavarsene le mani. Una delibera del 1994 che vieta ai nomadi di accamparsi sul territorio comunale e l’assenza di spazi adeguatamente attrezzati sono le insormontabili ragioni che impediscono alla amministrazione cittadina di farsi carico del problema.
Conosciamo le ragioni della “linea dura” delle forze politiche che governano la nostra città, e purtroppo negli scorsi giorni abbiamo anche potuto verificare che anche una parte della sinistra (i fatti del consiglio comunale di Milano ce ne danno prova) faccia fatica a non cedere al richiamo di parole d’ordine che si crede possano portare voti: la sicurezza, gli sgomberi immediati, il controllo, le quote.
Purtroppo restano ancora troppo isolati i casi in cui si tenta di andare oltre, di ragionare in termini di “patto sociale”, di integrazione come momento sui cui investire con risorse e relazioni da spendere per costruire comunità che sappiano convivere e crescere, con vantaggi per tutti.
Abbiamo incontrato alcune famiglie rom che sono rimaste in zona: non abbiamo visto minacciosi ladri o parassiti che vogliono campare alle spalle degli onesti lavoratori o rubando nelle nostre case, ma abbiamo visto bambini piccolissimi, madri spaventate, padri angosciati per la sorte delle loro famiglie. Sono poveri, non hanno nulla, e davanti alla domanda “Che cosa vi serve?” allargano le braccia sorridendo: “Non abbiamo niente”. Non abbiamo trovato nè imponenti roulotte nè macchine lussuose, ma solo la povertà dignitosa di chi può tenere tutti i suoi averi in qualche sacchetto di plastica.
Facciamo appello a quanti a Busto Arsizio continuano a credere nella solidarietà, nell’eguaglianza, nell’integrazione.
Vi chiediamo di contribuire, come singoli ed associazioni, con cibo e vestiti (per tutte le età). È l’unica cosa che purtroppo, di fronte alla cecità dell’amministrazione, possiamo fare: non possiamo impedire che i rom vengano cacciati dalla nostra città, ma possiamo impedire che sembri che tutta la città è d’accordo e che tutti i cittadini se ne infischiano dei poveri, da qualunque luogo essi vengano. Possiamo solo lanciare un segnale a queste persone e supportarli in questi giorni drammatici. È poco, pochissimo, ma sono le nostre coscienze a chiedercelo.

Sabato 23 giugno, dalle 9 alle 12.30, presso Migrando – La bottega, in via Pozzi – sarà possibile portare il proprio contributo (alimentari e abbigliamento).