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Sgomberare stanca
Di Fabrizio (del 22/06/2007 @ 09:40:07, in casa, visitato 1812 volte)

Il Comune vuole sgomberi sempre e comunque, nonostante in Questura crescano i dubbi

“E adesso?” È questa la domanda che serpeggia in Questura. A denti stretti e assolutamente in via non ufficiale. Eppure l’interrogativo si fa sempre più insistente poiché la Giunta, con in testa il Vicesindaco, sembra non sentire ragioni.
Nei mesi scorsi gli strateghi di Palazzo Marino hanno tracciato la via –Milano è attanagliata dalla criminalità– e dopo le fiaccole è iniziata la giostra degli sgomberi.
Del resto l’equazione tra la figura dell’immigrato-povero-senza tetto e quella del criminale fa ormai parte delle ossessioni radicate nel profondo di una città invecchiata, acritica e capace di sentirsi viva solo quando spaventata. Pertanto la serie di sgomberi degli ultimi giorni, destinata probabilmente a non fermarsi nell’immediato, costituisce solo un altro elemento dell’ennesimo dispiegarsi dell’ossessione securitaria all’ombra della Madonnina.
Rimane però la domanda:“E adesso?” che racchiude sia una preoccupazione immediata che una a lungo termine. Infatti gli sgomberi riguardano spesso cittadini ormai comunitari come i Rom rumeni o africani con permesso di soggiorno per motivi umanitari come coloro che da un anno e mezzo hanno fatto il giro della città passando dallo stabile di via Lecco, all’ex caserma di via Forlanini per arrivare alla scalo ferroviario abbandonato di Porta Romana.
Il Comune può anche continuare ad affrontare la situazione limitandosi ad invocare l’intervento delle forze dell’ordine e ignorando situazioni drammatiche come quella dello scalo di Porta Romana, ma una volta rientrati in caserma poliziotti e carabinieri le risposte vanno date sia alla città che ad esseri umani che non si possono rispedire nei paesi d’origine.
È possibile che i responsabili di via Fatebenefratelli siano più lungimiranti di chi governa a Palazzo Marino?
Sembra proprio di sì. Infatti per quanto ci è dato sapere la Questura preferirebbe tenere sotto controllo le situazioni che non si configurano come territori franchi in mano alla criminalità più o meno piccola e colpire invece i contesti di abusivismo e occupazione dove si commettono reati e si creano catalizzatori di attività illegali. Il Comune invece esige sgomberi, sempre e comunque. Anche un’Assessore di peso come Mariolina Moioli, che sulla ‘questione Rom’ aveva provato la strada della mediazione, è stata rimessa in riga. A Palazzo Marino è prevalsa la linea dura; su questo il Vicesindaco è stato chiaro.
Meno chiaro è l’obiettivo.
Infatti, se si tratta di risolvere un problema della sistemazione di centinaia di persone che non possono essere rimpatriate una successione di sgomberi significa non risolvere nulla. Se, al contrario, l’obiettivo è quello di continuare a giocare la carta securitaria la girandola degli interventi affidati unicamente alle forze dell’ordine sono assai utili; poiché è ovvio che non appena si risolvesse il problema non ci sarebbe più nessuno da sgomberare.

Beniamino Piantieri