Ricevo da Maurizio Pagani
Ad un anno c.ca dall’elezione del nuovo Sindaco di Milano e ad una settimana
appena dalla vittoria del centro destra in molti dei Comuni del Nord, il tema
della presenza dei “Rom” continua a tenere banco sui giornali e nei commenti di
chi, durante le elezioni, si è sbilanciato in promesse di ogni genere circa la
loro possibile “cacciata” in caso di vittoria del proprio schieramento.
Come stiano in realtà le cose, non da un anno a questa parte, ma ormai da oltre
un decennio, da quando cioè una salda coalizione di centro destra governa la
città, o come questa problematica sia stata gestita dal Governatore Formigoni in
Regione, ormai al suo terzo mandato, è sotto gli occhi di tutti, o almeno lo
sono gli effetti prodotti, in buona misura disastrosi.
Pur continuando a rappresentare una piccola minoranza di persone, c.ca 5.000 a
Milano, forse 10.000 o poco più in tutta la Provincia, e nonostante moltissime
delle comunità rom e sinte siano composte da cittadini italiani, cioè non
distinguibili né discriminabili di fronte alla legge per la loro appartenenza
“etnica”, il tema, come si diceva, suscita scalpore e tensioni, su un fronte
politico e sull’altro, per l’impossibilità di piegarlo ad una semplice
risoluzione. Quella di “cacciarli”.
Certamente non ha giovato l’intervento del Ministro degli Interni Amato che ha
offerto un pacchetto di misure per aumentare la sicurezza nelle aree
metropolitane, indicando proprio i Rom come uno dei principali problemi di
ordine pubblico da affrontare.
O ancora, nel cortile di casa, il commento del Sindaco di Sesto, Oldrini (DS),
uno tra i pochi rieletti al primo turno nel centro sinistra, che ha rivendicato
con orgoglio gli interventi di sgombero dei Rom da quel territorio.
Ma che dire di Veltroni a Roma e della sua idea, quasi impronunciabile per
quanto inverosimile, di realizzare 4 nuovi campi nomadi, spostando alcune
migliaia di rom dal centro urbano alla desolazione del raccordo anulare?
Mi ha colpito, tra le tante o poche manifestazioni di dissenso, quella di alcuni
cittadini ebrei romani che hanno rivendicato la propria posizione contraria a
questo progetto che sarà finanziato dal Governo, rievocando il proprio passato
“storico” carico di discriminazioni e sofferenze.
A quando un analogo gesto di solidarietà da parte della comunità ebraica
milanese?
Maggiore fortuna sembrano viceversa aver riportato quelle forze politiche (Lega
Nord e AN in testa, ma non è certamente da meno Forza Italia) da sempre ostili
ad ogni misura di buon governo del territorio, che fino a prova contraria ha
sempre favorito una migliore convivenza tra le comunità locali e quelle rom
anziché peggiorarla.
Ma i cittadini, o almeno la maggioranza di quelli che vanno a votare, sembrano
pensarla allo stesso modo.
A Rho, comune dove il centro sinistra si è a lungo arenato sulla questione del
“campo nomadi”, realizzandolo un mese prima della elezioni (…) e perdendole, tra
i nuovi venuti c’è chi ha trovato il modo di dire: “adesso cacciamoli” ( e
ridaglie), ma poi ha aggiunto: “e già che ci siamo, cacciamo anche tutti quei
ragazzini (54) che frequentano le scuola materna, elementare e media.
Compagni di banco dei loro figli.
Per usare un linguaggio a me inusuale, si potrebbe dire che la “parabola”
avviata con indubbia efficacia manageriale attraverso il sodalizio Moratti –
Moioli / Don Colmegna – Casa della Carità un anno fa a Milano, è giunta ad una
svolta e ha fatto scuola (loro lo chiamano Patto, modello ecc.).
Alla costruzione dell’immagine del “Rom”, un po’ straccione e un po’ accattone,
da associare prontamente a quella del deviante da redimere e reprimere, si
aggiunge ora, con il concorso morale e politico di chi dovrebbe costituire sulla
carta un’alternativa politica e culturale, il centro sinistra, quella del
“fastidio” da cui liberarsi prima possibile, meglio se in prossimità delle
elezioni o per decreto.
Ma chi può contestare tutto ciò, visto anche l’inopinabile appoggio al “pensiero
unico”offerto dagli organi di stampa?
Maurizio Pagani - Vicepresidente Opera Nomadi Milano