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OT: Chinatown
Di Fabrizio (del 20/04/2007 @ 09:53:06, in conflitti, visitato 1980 volte)

Quando succedono fatti come quelli recenti nella comunità cinese di Milano, ci sono due tendenze: 1) fare il tifo per una fazione o per l'altra; 2) immaginarsi scenari apocalittici. Si dimentica sempre che dietro storie simili esiste quasi sempre una mediazione, a volte invisibile e spesso spontanea, che lavora per affrontare le questioni piccole e grandi. Credo sia questo il senso della lettera che mi è arrivata e che pubblico di seguito

LETTERA APERTA AGLI ABITANTI DEL QUARTIERE PAOLO SARPI

         C’e un’altra Paolo Sarpi, oltre a quella descritta in questi giorni dai giornali e dalle televisioni.

         C’è una Paolo Sarpi che non pensa che qui “il clima sia irrespirabile” e che “la tensione si tagli con il coltello”. Ci sono anche uomini, donne e bambini italiani che vivono accanto a uomini, donne e bambini cinesi con curiosità reciproca e con piacere.

            Anche noi crediamo che la legalità sia un valore da rispettare e salvaguardare, sempre e da parte di tutti, italiani e non italiani.

            Anche noi riconosciamo l’esistenza di problemi (peraltro di lunga data), come quello della viabilità, dei marciapiedi stretti, della necessità di riqualificazione urbanistica del quartiere.

            Tuttavia a noi questo quartiere piace, perché è vivace, sicuro, vario e ricco di stimoli. E riteniamo che i problemi si risolvano con il dialogo e la collaborazione, non seminando e fomentando discordie, né boicottando attività commerciali.

            Chi vive qui sa che non è vero che tra italiani e cinesi regnino soltanto tensione e incomprensione: ci sono anche relazioni di buon vicinato, di scambio culturale, in molti casi di stima e di amicizia. Qualche esempio: il gruppo di bimbi italiani che studia cinese nella scuola di via Giusti, i bambini cinesi che frequentano le scuole italiane e le attività all’oratorio; gli adulti cinesi che studiano italiano e gli adulti italiani che studiano cinese; gli italiani e cinesi che spesso si vedono insieme per la strada o al bar.

            Noi crediamo che sia questa la strada da seguire: non negando i problemi, ma incrementando i momenti di incontro e di conoscenza già spontaneamente in atto, lontano sia dall’ intolleranza, sia dalla violenza.

            Non fa onore a una metropoli europea far mostra di un atteggiamento di chiusura i intransigenza.

            Polo Sarpi non deve essere considerata un problema, ma un laboratorio in cui sperimentare strategie di collaborazione, convivenza e integrazione nel rispetto sia delle leggi, sia delle specifiche identità culturali, dando vita a progetti comuni che accompagnino il nostro quartiere e la nostra città verso il futuro.

 

            Alcuni abitanti della zona

            Referenti: Cristina Fabbri e Nicoletta Russello