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La soglia del conosciuto
Di Fabrizio (del 15/04/2007 @ 09:19:50, in media, visitato 2146 volte)

“LA SOGLIA DEL CONOSCIUTO”

Mostra di Alessandro Quaranta  
 

Sala Boccioni- p.le Arduino 4 - MILANO

 
Apertura: lunedì-venerdì 9-14 sabato 9-18 – chiuso domenica e festivi Chiusura: sabato 12 maggio 2007

VISITE GUIDATE GRATUITE 
 

vernissage venerdì  20 aprile 2007 , ore 18.00

Presentazione di Gabi Scardi 

 

Cosa diventa un caffé quando viene offerto da un rom a un “gagiò’?

Come può un cubo “sonoro” raccontare l’idea di casa dei rom?

Come mostrare il tempo e lo spazio di un campo nomadi?

E quali mappe possono visualizzare il campo di relazioni mobili sui quali sono costruite le identità dei clan?

Queste alcune domande che Alessandro Quaranta, artista torinese che da anni opera sull’intreccio dei concetti di casa/relazione/viaggio/rito, si è posto corso delle proprie ricerche; domande che sono poi risuonate nell’ambito del laboratorio da lui condotto con un gruppo di studenti all’interno del Liceo artistico Boccioni.

Alessandro Quaranta è uno di quegli artisti attenti ai nuovi contesti e ai nuovi valori, alle istanze sociali e alle trasformazioni in corso nel proprio tempo. Temi centrali del suo lavoro sono le appartenenze, le differenze, la cittadinanza, i meccanismi d’inclusione e d’esclusione; e poi gli stili di vita, l’abitare.

Attento alle relazioni, Quaranta si mette in gioco personalmente, non ambendo a lavorare “per” il pubblico, ma “con” un pubblico che si fa partecipante.

Oggetto primario della sua osservazione negli anni recenti è l’area sensibile costituita dalle comunità di Rom che abitano sul territorio italiano. Estremamente vulnerabili, i Rom vivono in situazioni di assoluta precarietà, la loro esistenza relegata al margine delle città e della collettività. Eppure, di fatto sconosciute, queste comunità sono percepite come una grave minaccia.

La pericolosità attribuita loro ha a che fare, prima che con la realtà dei fatti, con la percezione che se ne ha come di persone apparentemente incollocabili, indefinibili e per estensione, incontrollabili, quindi socialmente destabilizzanti.

Lo sguardo che a essi Quaranta rivolge è discreto, disponibile, attento, empatico, consapevole del limite costituito da un’oggettiva differenza di condizioni di vita, ma capace di esprime altro sia dall’atteggiamento analitico da studioso, sia dagli atteggiamenti assistenziali o emergenziali con cui normalmente queste comunità vengono avvicinate. 

Le sue opere dicono un’appartenenza culturale, un coacervo di storie, di vite, di esperienze; ma anche l’assurdità di esistenze che trascorrono tra infrastrutture insufficienti, trasferimenti forzati, disagio assoluto, e che tutti tendiamo a non voler vedere.

Oltre a indagare una specifica realtà e a suggerire la necessità di un approccio empatico e non valutativo, Alessandro Quaranta pone implicitamente una questione fondamentale, quella dello sguardo.

Come vediamo l’altro? Chi guarda e chi è guardato? E l’artista dove si colloca? .

L’intervento di Alessandro Quaranta presso il Liceo Boccioni nasce in relazione alla mostra “Wherever we go” tenutasi presso lo spazio Oberdan di Milano.

La mostra affrontava il tema delle relazioni interculturali e asseriva un’idea di identità e di cultura definite non solo in base a una radice geografica ma soprattutto come prodotti di esperienze e di relazioni; identità e di cultura come istanze non fissate una volta per tutte, ma vive e mobili,  capaci di resistere alle semplificazioni e alle classificazioni. 
 
 Il tema è stato ulteriormente affrontato sotto forma di dialogo attivo attraverso il progetto realizzato dall’ANISA, sezione di Milano,  grazie al sostegno della Provincia di Milano, presso i tre licei milanesi: Boccioni, Berchet e Gentileschi. 
 

Nell’ambito di questo workshop gli studenti del Liceo artistico Boccioni si sono confrontati con Alessandro Quaranta, che ha fornito loro spunti critici utili a orientarsi rispetto a un tipo di approccio artistico che si inserisce a pieno titolo nell’arte contemporanea.

Ne sono emerse  riflessioni e abilità critiche. Opere degli studenti saranno esposte nell’ambito della mostra insieme ad alcune installazioni di Alessandro Quaranta.

Alle finestre della scuola si affacceranno 70 bandiere realizzate dagli studenti per comunicare all’esterno la percezione di sé. 
 

Nel catalogo, che sarà presentato il 1 giugno 2007 in occasione del Premio Boccioni, saranno presenti  anche i percorsi paralleli ideati dalle altre due scuole coinvolte nel progetto “Incontriamoci a scuola”

il  Liceo classico Berchet con le conferenze propedeutiche al contemporaneo che, a cura di Cesare Badini, spaziano dalla fotografia alle radici del  moderno a Milano (saggi di Roberto Mutti, Cesare Badini  e Anna Menichella).

Con gli allievi dell’ITT A.Gentileschi invece, sotto la guida di Pia Antonini e di Riccardo Canova, è stato sperimentato l’approccio metodologico incentrato sull’”Epistemologia operativa”: Tale  metodo, che  designa una strategia di esplorazione attiva dei processi di costruzione della conoscenza, finalizzata alla presa di consapevolezza dei propri processi cognitivi, (http://it.wikipedia.org/wiki/Epistemologia_operativa) ha permesso di  approfondire  alcune tematiche della mostra e di sollecitare una riflessione personale e di gruppo sul proprio modo di rapportarsi a concetti come l’appartenenza e l’identità. 
 
 

Referente critico: Gabi Scardi

Ideazione e coordinamento: Gabriella Anedi, Laura Colombo, Glauco Mambrini, Claudio Zanini

Hanno collaborato i docenti Fiorella Iori, Marisa Settembrini, Emanuela Volpe

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Per informazioni: Liceo Boccioni

P.le Arduino 4 - MM1 Amendola – tel. 02 48019249

www.liceoartisticoboccioni.it

ufficio stampa: 338 8196068 – 347 9350842

parcheggio interno con ingresso da via Albani