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Ricordo di un san Valentino mai vissuto
Di Fabrizio (del 14/02/2007 @ 11:28:14, in Kumpanija, visitato 1878 volte)

Da IL VENTO E IL CUORE (Febbraio 2005)

Oggi, c'è chi ha festeggiato san Valentino e chi invece scrive (e probabilmente pensa) che è l'ennesima festa del consumismo... un po' come i vari natali, pasque ecc. Io credo che ognuno faccia mondo a sé e abbia diritto a sentirla come un festa più o meno propria. Certo, dipende anche dall'altra/o. Quanto al consumismo, è un convitato che possiamo invitare o meno alla nostra festa, ma di cui è sempre più difficile farne a meno. Penso a quando ho conosciuto la mia donna, sono passati quasi 25 anni, ma già allora la festa vera era per i produttori di cioccolatini.
Mi sono fatto l'idea che tanto più il progresso avanza, con le sue tecnologie, gli SMS e i MMS, tanto più ci illudiamo di vivere in una società globale, mentre invece la nostra preoccupazione principale è di isolarci e vivere questi momenti in una dimensione privata e personale.
Invece, un tempo remoto, queste occasioni venivano condivise non solo dai "fidanzati", ma coinvolgevano famiglie e amici, sancivano alleanze e patti destinati a resistere al tempo e alle difficoltà. Una società, più ristretta ma più coesa di quella in cui viviamo, sorvegliava e proteggeva i due ragazzi. E ne aprofittava, per interrompere una vita di stenti con feste da ricordarsi per tutta la vita. Anche da noi, in Italia, ma ne abbiamo perso il ricordo (o la necessità).
Ho ritrovato un'intervista di nove anni fa ad Angelo e Anna Garnieri, Rom Abruzzesi di Milano, pubblicata su "Il Vento e il cuore"


Tra noi Rom Abruzzesi è tradizione MANDARE LA SERENATA. Per questo si prende un complesso, adesso vanno di moda i cantanti napoletani. Qualche giorno prima un messaggero si reca dalla famiglia della ragazza, per annunciare la prossima serenata. La famiglia fa sapere tramite il messaggero se gradisce oppure no la serenata e sino a quel momento ancora nessuno si è impegnato: di solito la serenata è gradita e non viene rifiutata.
I musicanti arrivano a mezzanotte. Passano prima dai genitori, per loro eseguono tre canzoni - poi dai fratelli già sposati, a cui fanno due canzoni, infine dagli zii, con altre due canzoni. Quindi vanno, di solito in un ristorante e aspettano. Di solito non bevono molto mentre aspettano, perché ci tengono a fare bella figura e alle quattro di mattina ritornano per ripetere le serenate, come la prima volta.

L'orchestra o il cantante vengono pagati dalla famiglia del pretendente, che provvede anche ad affittare il ristorante dove tornano i musicisti. Qui il giorno dopo fanno preparare una lunga tavolata, con tante torte e beveraggi. A questo rinfresco la famiglia aspetta che la richiesta fidanzata e la sua famiglia si presentino. Nel frattempo l'altra famiglia con genitori, zii e fratelli si riunisce in consiglio per decidere sul fidanzamento, chiedendo naturalmente il parere della ragazza interessata.

Se al rinfresco arrivano solo i genitori, la risposta è negativa, gli ultimi arrivati bevono solo un caffé e tutto quello che è stato preparato verrà consumato dai musicisti e da chi vuole consolarsi del rifiuto ricevuto.

Se invece con i genitori c'è anche la figlia, la richiesta è stata accettata e i ragazzi si scambiano l'anello di fidanzamento. Viene stabilito anche il periodo del fidanzamento, che può essere di qualche mese o anche di due anni. Alla fine i ragazzi si sposeranno. Ma già una settimana dopo il rinfresco, le famiglie al completo si ritrovano per conoscersi meglio e per parlarsi con più tranquillità, in una grande festa.

Tra i Rom di origine jugoslava, invece i fidanzati scappano per rifarsi vivi dopo un po' di tempo. Capita anche da noi che i ragazzi siano impazienti, allora si mettono d'accordo tra loro e con l'aiuto di un amico o un'amica (che viene scoperto sempre troppo tardi) scappano assieme per andare a convivere. I genitori ci rimangono male, ma quando dopo qualche mese i due fuggiaschi si rifanno vivi, di solito la rabbia è sbollita. Così chi paga le conseguenze della fuga è sempre la mezzana che ha aiutato. Però tanto i matrimoni che le convivenze che si creano sono duraturi e i divorzi sono rari: quello che a molti sembra un matrimonio combinato, in realtà è una scelta importante e felice che si vive tutti assieme.

Se la serenata, il rinfresco e il pranzo di fidanzamento sono offerte dalla famiglia dello sposo, il pranzo di nozze, che deve soddisfare centinaia di invitati e il gruppo che suonerà al matrimonio, competono invece alla famiglia della sposa.

Come molte tradizioni, anche questa della serenata di fidanzamento non si trova quasi più tra i Rom Abruzzesi presenti nei campi sosta in città. Sono poche le famiglie che ci tengono ancora. Forse perché nei campi sosta si vive a contatto di gomito, forse perché i soldi sono pochi e si impiegano in altre maniere. Non è proprio una tradizione Rom, ma è stata appresa dalla gente del Sud, lì ancora sopravvive. Ci sarà tra i lettori, qualche meridionale che si ricorda di fidanzamenti simili?

Il piacere di saperlo
Mandare la serenata = Buccivibé
La fuga = Snippé
Matrimonio = Clusivibbé


Famiglia e tradizioni
Il progresso? (quadro Tre)