Regione
Piemonte - Rifinanziamento della L.R. 26/93
“Interventi a favore della popolazione zingara”: un’occasione sprecata.
Nelle scorse settimane la Regione Piemonte - Assessorato alle
Politiche Sociali - ha proceduto al rifinanziamento della L.R. 26/93 “Interventi
a favore della popolazione zingara” che negli anni precedenti, con la passata
giunta di centrodestra, aveva subito una battuta d’arresto.
La notizia, in sé positiva, contiene tuttavia aspetti che debbono però essere
valutati in modo diverso.
L’ex assessore regionale alla Valorizzazione dell’Identità
del Piemonte, Emigrazione ed Immigrazione, On. Gipo Farassino, al termine della
legislatura precedente, aveva commissionato all’I.R.E.S. una ricerca per fare il
punto della situazione a dodici anni dall’entrata in vigore della summenzionata
L.R. la cui esigenza partiva dal corretto presupposto che a distanza di tempo la
situazione fosse mutata e che gli interventi da adottare dovessero essere mirati
alla situazione attuale. Alla luce dei dati raccolti appariva infatti evidente
che le scelte da operare avrebbero dovuto essere diverse rispetto al passato e
che una revisione dello stesso testo di legge si sarebbe resa opportuna. In
particolare venivano evidenziate nuove emergenze ed i profondi mutamenti sociali
che avevano interessato la popolazione romaní già radicata da tempo sul
territorio suggerivano interventi alternativi rispetto al passato.
Le elezioni amministrative dello scorso anno, che hanno visto
prevalere le forze dell’Unione nella maggior parte delle regioni italiane, ha
modificato lo scenario politico anche in Piemonte, con la vittoria del
centrosinistra. L’auspicio era che, malgrado il mutamento avvenuto, il percorso
tracciato dall’assessore uscente fosse opportunamente considerato soprattutto
tenendo conto delle indicazioni emerse da una ricerca svolta con assoluta
obiettività e senza alcun condizionamento di parte.
Ma le aspettative in questo senso purtroppo sono andate
deluse. Da parte dell’Assessorato alle Politiche Sociali, ad un incontro con le
associazioni presieduto da un funzionario dell’Assessorato avvenuto lo scorso
anno a pochi mesi dalla data di insediamento della nuova giunta non ne sono
seguiti altri. Il processo di confronto con le parti interessate è rimasto
incompiuto (mentre si ha l’impressione che il dialogo sia proseguito solo con
una parte dei soggetti coinvolti); nessun contatto diretto ha avuto luogo con
l’Assessore in carica, Teresa Angela Migliasso.
Con le recenti disposizioni assunte per il finanziamento dei
progetti non solo non è stata considerata una formula di superamento dei campi
nomadi ma i fondi messi a disposizione sono destinati alla progettazione di
nuove aree ed all’ampliamento di quelle già esistenti. Tutto questo malgrado lo
studio condotto dimostrasse chiaramente che tale tipologia abitativa non
risponde in modo adeguato alla realtà odierna e che i campi sosta sono oggetto
di un crescente e motivato rifiuto da parte della popolazione romaní.
Benché la legge preveda tra i destinatari di possibili
finanziamenti “Enti che operano nell'ambito della tutela e della valorizzazione
dell'identità etnica e della cultura degli zingari” (art. 12.1), ancora una
volta si è ignorato questo aspetto, escludendo dal finanziamento qualsiasi
progetto di tipo culturale.
A dire il vero la determina regionale ed in particolare gli
obiettivi di cui all’allegato B (Modalità per la concessione di contributi e
indicazioni per la presentazione dei progetti sociali) sembrano ritagliati
esclusivamente sulle esigenze di una in particolare tra le associazioni presenti
sul territorio.
Ma si sa, di questi tempi, le “lobby” vanno di moda e così dopo i tassisti, i
farmacisti, gli avvocati e compagnia bella scopriamo che anche chi ha fatto
dell’attività con i Rom e con i Sinti una professione, difficilmente è
disponibile a cedere il piccolo “potere” che ha acquisito e che sfacciatamente
propaganda come impegno sociale.
Dispiace constatare che, forse per pregiudizio politico o per
inerzia, le indicazioni operative emerse dalla ricerca I.R.E.S. non sembrano
aver trovato la minima considerazione.
In conclusione credo che a Gipo Farassino, a dispetto della
sua collocazione politica, oltre all’impegno dimostrato vada riconosciuta anche
una genuinità di sentimenti nei confronti della popolazione romaní che nasce da
lontano (è un dato di fatto accertato che la causa dei Rom e dei Sinti non
necessariamente trova sostegno o rifiuto a seconda del colore politico) mentre
ancora una volta la sinistra al potere riesce a deludere in primis chi ha
contribuito ad eleggerla…
Per ora non ci resta che dire: peccato, un’occasione
sprecata. Speriamo nel futuro…
Sergio Franzese
Autore Ricerca I.R.E.S.
Presidente Associazione Culturale “Progetto Niglo"
31/07/2006