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Kosovo
Di Daniele (del 10/07/2006 @ 10:19:22, in conflitti, visitato 2280 volte)

Rifugiati serbi intrappolati nel limbo

di Matthew McAllester - NEWSDAY

Podgorica – Montenegro

Circa 5000 rom kosovari rifugiati in due campi (Konik 1 e 2) nella periferia della capitale del nuovo stato del Montenegro, denunciano le violenze subite in Kosovo dopo l'aggressione della NATO del 1999, e le attuali terrificanti condizioni di vita e di impossibilità di rientro nelle proprie case in Kosovo.

Bedri Shala, rifugiato del campo Konik 2, riassume così la situazione: "Kosovari albanesi, dopo la guerra del 1999, mi hanno rapito, torturato e stuprato ripetutamente, hanno ucciso mio fratello e provato ad uccidere me. Riuscito a scappare mentre ammazzavano mio fratello, mi sono ritrovato in un torrente d'acqua cosparso di cadaveri, alla sembianza, uccisi di recente. A quel punto siamo scappati in Montenegro. Non abbiamo la possibilità, dopo 7 anni, di tornare in Kosovo perché le nostre case sono state bruciate o occupate. Tutto questo perché gli albanesi kosovari dicono che i rom hanno collaborato con i serbi nelle violenze prima del 1999."

Politici e personale umanitario parlano di enormi difficoltà di vita, di igiene, di integrazione e di lavoro dei rom rifugiati. Molti problemi sono dovuti anche alla diversa cultura sociale dei rom, soprattutto in ambito di educazione famigliare e scolastica.

Bedri Shala, come molti rom del campo rifugiati, sogna di andarsene via. "Voglio andare in un altro paese", dice. "Ovunque. Ma non in Kosovo e non qui."

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