Sulla lettera di Wolf Bruggen "L'assassino
di un giovane belga risulta un rom polacco" pubblicata giovedì scorso,
scrive Karin Waringo.
Come te sono shoccata dalle notizie secondo cui il presunto assassini del
diciasettenne belga, ucciso alla Stazione Centrale di Bruxelels il 12 aprile per
sottrargli il lettore MP3, sia uno "Zingaro polacco". Ma non è questo che mi
sorprende - il fatto che un assassino possa essere un Rom - ma piuttosto come
questo venga riportato dai media.
Come dici giustamente, inizialmente i media e le autorità si sono focalizzate
sugli immigrati dal nord Africa, dato che il video registrato della scena del
crimine sembrava indicare il presunto assassino come di pelle scura. Ma, due
settimane più tardi, dopo aver ascoltato diverse testimonianze, la polizia belga
arrestò un ragazzo polacco, con l'imputazione di concorso in omicidio.
Mi sembra, che lo shock della notizia stessa sia già violento di per sé, al
di là delle notizie sull'omicida. A dire il vero, dopo aver spinto sulla pista
nordafricana, idea che si sposava con l'aperto pregiudizio verso gli immigrati
dal nord Africa; i media, le autorità, l'opinione pubblica si sono resi conto
che l'assassino poteva essere europeo, o probabilmente di pelle chiara.
L'attenzione si è immediatamente rivolta verso la comunità polacca in Belgio,
che parimenti ne fu shoccata e incapace di capirne il perché.
Infine, mercoledì scorso i media hanno rilanciato: erano coinvolti "gli
Zingari". Libre Belgique ha pubblicato un articolo sulla prima persona
arrestata e l'ambiente dove viveva. La descrizione non avrebbe potuto essere
meno allusiva per un pubblico bianco e cattolico: l'ambiente è descritto come
abitato da gente proveniente da paesi baltici o mediterranei, "cosi come da
alcuni Zingari" e da paesi non meglio specificati del nord Africa. L'articolo
pubblicava anche frase di un giovane che ammoniva il giornalista a non fidarsi
dei nomi sui campanelli, perché non necessariamente corrispondevano a chi vi
abitava. Un vero labirinto.
Poi, si scriveva che M.O., queste le iniziali del primo arrestato, era
descritto come un ragazzo a modo... fino a quando non era entrato in contatto
con i vicini Rom. E di come fosse stato arrestato la prima volta, all'età di 12
anni, per furto, attività che i lettori collegano automaticamente a "zingaro".
La soluzione all'enigma era: quando un bianco uccide un altro bianco, ci sono
di mezzo gli "Zingari"! Un sito internet lanciò trionfante: "Sono Zingari
Polacchi i colpevoli del delitto MP3". Poche ore dopo, la notizia era rilanciata
da un sito canadese. Non esistevano al momento ancora dati certi sull'origine
etnica del presunto omicida.
L'arresto, il giovedì seguente, di un adolescente nel villaggio di Suwalki
nella Polonia nord orientale, ha portato la conferma finale: "L'assassino è uno
Zingaro"! Quindi, non un belga in qualsiasi caso, e nemmeno un polacco, come
qualcuno diceva. Il giorno dopo, i giornali che avevano riempito le cronache
sull'omicidio, con cronache giornaliere di pagine e pagine, spesso senza che
venisse riportata nessuna novità, rilanciarono la notizia dell'arresto, con una
descrizione accurata del villaggio dove era avvenuto l'arresto di Adam G., il il
presunto assassino.
Ancora su Libre Belgique, il giornalista descriveva le ricche case dei
Rom, inducendo come naturale, domande immediate, dove gli Zingari trovassero
tutti quei soldi. Giovedì, Le Soir apriva con due pagine di intervista alla
disperata famiglia del presunto omicida. L'articolo concludeva con queste
parole: "L'arresto di Adam non contribuirà certo a cambiare la cattiva immagine
che [i Rom] hanno da anni. Ne in Polonia ne altrove..."
Fa certamente impressione quando un ragazzo viene ammazzato nel pieno centro
della città, in mezzo alla folla, per non aver voluto cedere il suo lettore MP3,
ma i media e le autorità belghe dovrebbero ricordarsi un paio di nozioni
basiche, di cui il cittadino medio non sempre è cosciente, specialmente in casi
di interessi mediatici e politici: a) che un omicida non può essere definito
tale finché non è stato provata la sua colpevolezza; b) i media, in particolare,
non devono collegare l'origine etnica di un crimine, a meno che il contesto non
lo richieda esplicitamente.
I media, che hanno ottenuto un notevole numero di vendite da questa storia
incentrata su un Nero che uccide un Bianco, dovrebbero saperlo, hanno distorto
una regola fondamentale del codice della stampa europea, Belgi incluso, facendo
credere che applicando al presunto omicida i termini "Zingaro", piuttosto che
"zigano" - non fosse un modo di indicare la comunità dei Rom. Le Soir, un
quotidiano di qualità, ha chiarito venerdì che i media hanno indagato sul
retroterra rom del presunto omicida, nonostante le stesse autorità di polizia
polacche avessero negato di svolgere indagini particolari su persone di origine
rom. [...]
Non penso sia necessario ribadire che l'assassino avrebbe potuto essere tanto di
origine rom, che in qualche modo in contatto con loro, piuttosto che provenire
dal nord Africa... o un belga di pelle bianca. Questo tipo di omicidi, rari in
Belgio, avvengono come possono avvenire in altri paesi e sfortunatamente non è
la prima volta che qualcuno viene ucciso perché proteggeva i suoi beni.
Perché accettare di accollarsi la responsabilità dell'omicidio e dell'assassino?
C'è in questo qualcosa di ancestralmente rom? No, non direi; ma quello che
vorrei è che i mezzi d'informazione potessero spiegare com'è possibile insistere
per settimane su questo tragico evento, senza un minimo accenno di vergogna.
Due settimane fa, oltre 80.000 persone hanno dimostrato per le strade di
Bruxelles, la più grande manifestazione dai tempi della "marcia bianca" del
1996, quando si protestò contro gli abusi e l'omicidio di di diverse giovani,
assassinii di cui le autorità giudiziarie e di polizia furono ritenute
corresponsabili.
Prima che fosse svolta qualsiasi analisi, i politici annunciarono misure
repressive. Possiamo essere sicuri che le centinaia di immigrati senza
documenti, i "sans papiers" che attualmente manifestano per ottenere una
regolarizzazione, non si aspettano tanta generosità. Oggi in Belgio ogni
immigrato illegale è considerato una potenziale minaccia alla società.
Se cammino per le strade di Bruxelles, sono contenta di non essere una giovane
Marocchina, Turca o Rom. Si suppone che tutti siano uguale di fronte alla legge.
Se l'assassino è Rom, deve essere giudicato per il suo crimine, ma non per
essere un Rom!
Karin Waringo