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Belgio
Di Fabrizio (del 07/05/2006 @ 10:09:58, in media, visitato 1972 volte)

Sulla lettera di Wolf Bruggen "L'assassino di un giovane belga risulta un rom polacco" pubblicata giovedì scorso, scrive Karin Waringo.

Come te sono shoccata dalle notizie secondo cui il presunto assassini del diciasettenne belga, ucciso alla Stazione Centrale di Bruxelels il 12 aprile per sottrargli il lettore MP3, sia uno "Zingaro polacco". Ma non è questo che mi sorprende - il fatto che un assassino possa essere un Rom - ma piuttosto come questo venga riportato dai media.

Come dici giustamente, inizialmente i media e le autorità si sono focalizzate sugli immigrati dal nord Africa, dato che il video registrato della scena del crimine sembrava indicare il presunto assassino come di pelle scura. Ma, due settimane più tardi, dopo aver ascoltato diverse testimonianze, la polizia belga arrestò un ragazzo polacco, con l'imputazione di concorso in omicidio.

Mi sembra, che lo shock della notizia stessa sia già violento di per sé, al di là delle notizie sull'omicida. A dire il vero, dopo aver spinto sulla pista nordafricana, idea che si sposava con l'aperto pregiudizio verso gli immigrati dal nord Africa; i media, le autorità, l'opinione pubblica si sono resi conto che l'assassino poteva essere europeo, o probabilmente di pelle chiara. L'attenzione si è immediatamente rivolta verso la comunità polacca in Belgio, che parimenti ne fu shoccata e incapace di capirne il perché.

Infine, mercoledì scorso i media hanno rilanciato: erano coinvolti "gli Zingari". Libre Belgique ha pubblicato un articolo sulla prima persona arrestata e l'ambiente dove viveva. La descrizione non avrebbe potuto essere meno allusiva per un pubblico bianco e cattolico: l'ambiente è descritto come abitato da gente proveniente da paesi baltici o mediterranei, "cosi come da alcuni Zingari" e da paesi non meglio specificati del nord Africa. L'articolo pubblicava anche frase di un giovane che ammoniva il giornalista a non fidarsi dei nomi sui campanelli, perché non necessariamente corrispondevano a chi vi abitava. Un vero labirinto.

Poi, si scriveva che M.O., queste le iniziali del primo arrestato, era descritto come un ragazzo a modo... fino a quando non era entrato in contatto con i vicini Rom. E di come fosse stato arrestato la prima volta, all'età di 12 anni, per furto, attività che i lettori collegano automaticamente a "zingaro".

La soluzione all'enigma era: quando un bianco uccide un altro bianco, ci sono di mezzo gli "Zingari"! Un sito internet lanciò trionfante: "Sono Zingari Polacchi i colpevoli del delitto MP3". Poche ore dopo, la notizia era rilanciata da un sito canadese. Non esistevano al momento ancora dati certi sull'origine etnica del presunto omicida.

L'arresto, il giovedì seguente, di un adolescente nel villaggio di Suwalki nella Polonia nord orientale, ha portato la conferma finale: "L'assassino è uno Zingaro"! Quindi, non un belga in qualsiasi caso, e nemmeno un polacco, come qualcuno diceva. Il giorno dopo, i giornali che avevano riempito le cronache sull'omicidio, con cronache giornaliere di pagine e pagine, spesso senza che venisse riportata nessuna novità, rilanciarono la notizia dell'arresto, con una descrizione accurata del villaggio dove era avvenuto l'arresto di Adam G., il il presunto assassino.

Ancora su Libre Belgique, il giornalista descriveva le ricche case dei Rom, inducendo come naturale, domande immediate, dove gli Zingari trovassero tutti quei soldi. Giovedì, Le Soir apriva con due pagine di intervista alla disperata famiglia del presunto omicida. L'articolo concludeva con queste parole: "L'arresto di Adam non contribuirà certo a cambiare la cattiva immagine che [i Rom] hanno da anni. Ne in Polonia ne altrove..."

Fa certamente impressione quando un ragazzo viene ammazzato nel pieno centro della città, in mezzo alla folla, per non aver voluto cedere il suo lettore MP3, ma i media e le autorità belghe dovrebbero ricordarsi un paio di nozioni basiche, di cui il cittadino medio non sempre è cosciente, specialmente in casi di interessi mediatici e politici: a) che un omicida non può essere definito tale finché non è stato provata la sua colpevolezza; b) i media, in particolare, non devono collegare l'origine etnica di un crimine, a meno che il contesto non lo richieda esplicitamente.

I media, che hanno ottenuto un notevole numero di vendite da questa storia incentrata su un Nero che uccide un Bianco, dovrebbero saperlo, hanno distorto una regola fondamentale del codice della stampa europea, Belgi incluso, facendo credere che applicando al presunto omicida i termini "Zingaro", piuttosto che "zigano" - non fosse un modo di indicare la comunità dei Rom. Le Soir, un quotidiano di qualità, ha chiarito venerdì che i media hanno indagato sul retroterra rom del presunto omicida, nonostante le stesse autorità di polizia polacche avessero negato di svolgere indagini particolari su persone di origine rom. [...]

Non penso sia necessario ribadire che l'assassino avrebbe potuto essere tanto di origine rom, che in qualche modo in contatto con loro, piuttosto che provenire dal nord Africa... o un belga di pelle bianca. Questo tipo di omicidi, rari in Belgio, avvengono come possono avvenire in altri paesi e sfortunatamente non è la prima volta che qualcuno viene ucciso perché proteggeva i suoi beni.

Perché accettare di accollarsi la responsabilità dell'omicidio e dell'assassino? C'è in questo qualcosa di ancestralmente rom? No, non direi; ma quello che vorrei è che i mezzi d'informazione potessero spiegare com'è possibile insistere per settimane su questo tragico evento, senza un minimo accenno di vergogna.

Due settimane fa, oltre 80.000 persone hanno dimostrato per le strade di Bruxelles, la più grande manifestazione dai tempi della "marcia bianca" del 1996, quando si protestò contro gli abusi e l'omicidio di di diverse giovani, assassinii di cui le autorità giudiziarie e di polizia furono ritenute corresponsabili.

Prima che fosse svolta qualsiasi analisi, i politici annunciarono misure repressive. Possiamo essere sicuri che le centinaia di immigrati senza documenti, i "sans papiers" che attualmente manifestano per ottenere una regolarizzazione, non si aspettano tanta generosità. Oggi in Belgio ogni immigrato illegale è considerato una potenziale minaccia alla società.

Se cammino per le strade di Bruxelles, sono contenta di non essere una giovane Marocchina, Turca o Rom. Si suppone che tutti siano uguale di fronte alla legge. Se l'assassino è Rom, deve essere giudicato per il suo crimine, ma non per essere un Rom!

Karin Waringo