Zagabria, una romnì in Consiglio comunale
Farmacista, 32 anni, rappresentante della comunità rom in Croazia. Nura
Ismailovski (in foto), eletta nelle liste del SDP, è la prima donna rom a
sedere nel consiglio comunale di Zagabria. Il s...
L'Ilo mette sotto accusa l'Italia: "Migranti, violate le convenzioni"
Dopo il governo panamense, prima di quello etiope. L'audizione del governo
italiano alla 98° conferenza internazionale del lavoro si è tenuta ieri
pomeriggio, terza in programma tra le audizioni di altri 24 paesi, di cui
nessuno europeo. Il governo è s...
Ddl sicurezza, questa settimana l'ultima lettura al Senato
Dovrebbe essere questa la settimana del varo completo del Ddl sicurezza, il
disegno legge della vergogna. Dopo tante polemiche, anche dentro il
centro-destra, il Governo probabilmente porrà nuovamente la fiducia anche
nell'ultima lettura di Palazzo Madama. A dirsene certo, a...
Insetti clandestini? Razzismo italiota
Mentre il Parlamento sta legiferando per criminalizzare gli immigrati, c’è
qualcun altro che utilizza il concetto di clandestinità per fare soldi. Infatti,
come potete vedere nella foto tutta l’Italia è tappezz...
Hammarberg, sgomberi Rom in Italia? Diritti umani spesso lesi!
“Il problema che ho riscontrato in Italia è che sono stati attuati alcuni
sgomberi di Rom senza che siano stati rispettati i diritti umani. L’ultima volta
che sono stato in Italia risale a gennaio e, da allora, non ho più ricevuto
molte notizie, ma spero che gli sgomberi avvenuti ...
Ddl sicurezza, posta la fiducia su tre maxiemandementi
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha posto la questione
di fiducia sul ddl sicurezza all'esame nel Senato. Dopo l'annuncio del ministro
il presidente del Senato ha convocato la conferenza dei capigruppo...
Roma, nuovo "campo nomadi" per i Rom del Cesare Lombroso
Sarà trasferito all'inizio del prossimo anno, entro febbraio al massimo, il
"campo nomadi" di Cesare Lombroso, nel XIX Municipio. L'area, ancora top secret,
sarà una di quelle proposte dai rappresentanti locali, e verterà sempre
all'interno del quartiere a nord di Roma. Lo hanno assicur...
Napoli, un arresto per l'omicidio di Petru
Tradito dalle "sentinelle" del rione. Accusato dalle persone che, a vario
titolo, vivono la strada, o lo spaccio o gli altri affari border-line dei
Quarteri Spagnoli. Così, grazie alle testimonianze di quattro persone, tra
neo-pentiti e testimoni di giustizia, la polizia ha catturato uno dei killer
dell´...
Firenze, al via il progetto IntegrAzione
Al via "IntegrAzione", il progetto partecipativo volto a favorire l’inserimento
della popolazione Rom. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana, è promosso
dal Quartiere 4 e curato da numerose associazioni...
Roma, una brutta storia
Volevano essere considerati i veri eredi della banda della Magliana con la loro
attività di traffico di cocaina, ma anche di prestiti ad usura e con la vendita
o l'affitto di armi ad altre organizzazioni criminali. Una organizzazione
criminale dedita al traffi...
Roma, la speranza
Siete tutti invitati alla presentazione del libro “Speranza” di Antun Blazevic
che si terrà il 6 luglio 2009 alle ore 19.00, presso l' enoteca "l'Infernotto"
in via del Pigneto n. 31 (isola pedonale)...
L’Arci discrimina i Sinti?
Per due anni l’ARCI ha sempre offerto uno spazio alla federazione “Rom e Sinti
Insieme” al Meeting Antirazzista di Cecina. Tant’è che la linea politica della
federazione è sempre stata lanciata proprio da Cecina. E anche quest’anno nel
programma, pubblicato il 23 giugno 2009 (rimoss...
Il ddl sicurezza è legge
Poche ore fa è stato approvato il ddl sicurezza in Senato tra le proteste
dell'opposizione dalla quale, secondo Maroni, sono state dette «falsità». Idv,
Pd e Udc hanno votato contro il provvedimento "blindato" da tre fiducie...
Uefa, stop alle partite in caso di razzismo
Gli arbitri dovranno sospendere provvisoriamente o definitivamente una partita
in caso di episodi di razzismo nello stadio. Lo rende noto la Uefa dopo
l’esecutivo che si è riunito a Vilnius. I direttori di gara dovranno applicare
la norma numero 5 del Regolamento del ...
Ddl sicurezza, le norme approvate
Chi entra in Italia o vi soggiorna clandestinamente commette un reato. Per avere
la cittadinanza si dovrà pagare una tassa da 200 euro. La permanenza nei centri
di identificazione ed espulsione potrà arrivare fino a sei mesi. Le 'ronde'
diventano legali. Sono al...
Ddl sicurezza, il Vaticano: «Una legge che porterà dolore»
Ha immediatamente raccolto il parere contrario di monsignor Agostino Marchetto
(in foto), segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti,
l'approvazione in via definitiva del disegno di legge sulla sicurezza. La nuova
legge porterà «molti dolori e difficoltà» gli immigrati, secondo Marchetto.
«Anche se si asp...
Ddl sicurezza, i commenti in Italia e in Europa
Il "pacchetto sicurezza" è ormai legge, una legge per il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi «fortemente voluta dal governo e dal premier». Il
Senato, perciò, stamattina ha votato l’ultima delle tre fiducie e, con il sì di
157 senatori, il no di 124 e 3 astenuti, d’ora in poi entrare...
Ungheria, sciolta la milizia dell’estrema destra
Dovrà sciogliersi la Magyar Garda, la Guardia ungherese, la milizia paramilitare
legata al partito di estrema destra Jobbik, protagonista di un lusinghiero
successo nelle ultime elezioni europee. La Corte d’appello di Budapest ha
confermato ieri la sentenza di scioglime...
Bari, clima di razzismo
L'annuncio di provvedimenti che allontanino l´ombra del razzismo. L'invito a
rompere il muro dell'omertà e denunciare gli episodi di discriminazione a Bari.
La decisione di scendere in piazza. Il giorno do...
Una sentenza controversa
Bocciato il nuovo regolamento dei “campi nomadi”, che il Comune di Milano sta
distribuendo in questi giorni in tutte le sue strutture. Bocciata l´imposizione
del badge, i controlli in entrata e uscita dai villaggi, come le nuove
restrizioni sulle visite di parenti e amici. A pronunciarsi in ...
Sabato, 21 novembre 2009 - Un villaggio vicino al confine ungherese con una
popolazione di 200 abitanti e affetto da disoccupazione e povertà, si sta
preparando a diventare un'attrazione turistica. No, non si tratta di turismo del
disastro. Il villaggio spera di attrarre turisti con i suoi murales. Ispirati
alla rabbia.
"Due anni fa vidi in televisione la Guardia Ungherese marciare davanti al
palazzo di Sólyom. La totale ignoranza ed intolleranza di quella gente mi rese
così furioso che la rabbia mi portò a questo," dice Eszter Pásztor,
iniziatrice del progetto "Freszkófalu". Pásztor è arrivata all'idea di un
villaggio di affreschi per quello che aveva visto in villaggi egiziani che
vivevano di turismo. La possibilità che i turisti vengano a Bodvalenke non è per
niente irragionevole.
La rete di caverne Aggtelek è a meno di 20 km., e non lontano dal villaggio
c'è una strada gotica con un diverse chiese attrattive. Proprio ai margini del
villaggio inizia una palude con rari animali e specie di piante. Attualmente si
stanno completando i programmi per i percorsi turistici attraverso la Grande
Pianura.
Povertà zingara
"Quando arrivammo in questa -Ungheria da terzo mondo- e preparavamo da
mangiare nella cucina dell'ufficio, i bambini del villaggio si allineavano di
fronte alla nostra finestra per vederci mangiare. Comprendemmo che un gran
numero di bambini avevano fame, mentre gli altri erano gonfi, ma completamente
malnutriti," ricorda Pásztor. "Se vuoi davvero combattere la povertà, allora
devi attaccarla da tutti i fronti," aggiunge. Dei 200 residenti del villaggio,
il 58% sono Zingari, ma la percentuale schizza se si guarda la popolazione con
meno di 60 anni: i non-Rom sono solo l'8% della popolazione del villaggio sotto
i 60 anni.
Su tutta la popolazione del villaggio, ci sono due persone con lavori
regolari: uno nell'ufficio del governo locale e l'altro in una succursale di una
clinica. Due donne del villaggio impiegate in una fabbrica di vestiti, hanno
perso il loro lavoro quando la ditta si è spostata in Ucraina perché là ci sono
oneri salariali più bassi. E' davvero sorprendente che il reddito medio è di
soli 16.000 fiorini (59 €u.). Come risultato a malapena ci si può permettere
l'autobus verso il villaggio vicino.
Ottenere vantaggi
L'unico negozio del villaggio sfrutta la situazione vendendo al doppio del
prezzo normale.
Il fenomeno degli usurai è fin troppo facile da comprendere in un simile
retroscena. Non stupisce che non tutti non sono contenti del progetto, che
minaccia di portar via loro dei clienti.
Resistenze da superare
Ma ci sono anche altri ostacoli da superare. "All'inizio, nel marzo 2009, non
è stato facile. Non volevo e non potevo iniziare a cercare i finanziamenti prima
del beneplacito del villaggio. La reazione iniziale di molti residenti è stata:
"Non puoi dipingere la mia parete." "Poi, alcuni dell'assemblea del villaggio
hanno ricordato che c'era un tale János che aveva un cavallo ed un carro che si
potevano usare per trasportare i turisti, mentre una donna di nome Zsusza
avrebbe potuto cuocere il vakaró (focaccia tradizionale) per gli ospiti, ed il
resto è seguito a valanga."
Attualmente non ci sono infrastrutture per i turisti; ristoranti, ostelli e
campeggi esistono solo nell'immaginazione, perché non c'è mai stata l'esigenza
di migliorare le infrastrutture per i residenti. Diverse famiglie del villaggio
sono già state in grado di trasferirsi dalle case a rischio di crollo o senza
riscaldamento, in case ristrutturate nel centro del villaggio.
Già questa è stata una piccola rivoluzione sociale, dato che nel centro
villaggio vive la popolazione di etnia ungherese, che non voleva dei Rom in
questa parte "pulita". I ragazzi vengono a giocare e fare i compiti
nell'ufficio. Nel retro c'è persino un'azienda agricola per i bambini, dove
prendersi cura di conigli, lepri e due capre. La squadra di quattro operatori
sociali assieme a Pásztor assiste i residenti del villaggio nella nutrizione e
nelle visite ai pubblici uffici.
L'arte
Pareti dipinte dai 10 ai 25 metri decorano il villaggio.
La Fondazione Laboratorio Culturale Europeo ha finanziato i creatori di
questi lavori, tutti Rom, tramite una competizione nazionale. Perché non è stato
approcciato nessun artista ungherese? "Hanno avuto le possibilità di esibirsi.
Non si tratta di questo," dice asciutta Pásztor. Il progetto infatti significa
molto di più: è sulla cultura rom, spesso disprezzata in Ungheria e messa in
primo piano. Alcuni affreschi presentano leggende zingare, ma rimarranno un
mistero per molti visitatori se nessuno le spiegherà.
Così un tour dei dipinti apre un mondo unico di immaginazione, per esempio,
la credenza che originariamente i Rom volassero per aria come uccelli. Come
risultato di una ricca festa, le ali ali diventano braccia, e da allora in poi
hanno viaggiato a piedi. O che la luna ed il sole siano stati rubati da un
mostro e liberati da due suonatori di tromba:uno trasportò la luna diventando
sempre più pallido fino a divenire l'uomo nella luna, mentre l'altro che
trasportò il sole ne fu bruciato - diventando con la sua pelle scura l'antenato
degli zingari. Ma vengono rappresentati anche argomenti attuali: la striscia di
uccisioni di Rom l'anno scorso è il motivo di un affresco nel centro del
villaggio.
Ancora da fare
Camminare con Pásztor per Bodvalenke fornisce un'idea di che cosa si
prospetta avanti. La fontana della piazza del villaggio sarà adornata con un
drago che verrà dipinto una volta l'anno da residenti ed ospiti, in occasione
del festival di primavera. Pásztor spiega come un cortile semi abbandonato
diventerà un giardino con uno spazio per i falò. Un edificio in abbandono
diventerà un negozio di oggetti costruiti dagli abitanti, come cesti intessuti e
gioielli.
Tuttavia, ci sono ancora da sviluppare accordi di cooperazione con i villaggi
attorno, e con gli operatori turistici sulle possibili offerte. La speranza che
il villaggio possa reggersi sulle sue gambe è visibile sulle facce di molti dei
suoi abitanti.
Donazioni
European Workshop Cultural Society, 1121 Budapest,Konkoly- Thege M. út 50.
Registry number: 9511
Account number:
Unicredit Bank
10918001-00000046- 61280007
BUDAPEST, Feb 12 (Reuters) By Krisztina Than - L'approfondirsi delle
recensione rifornisce il risentimento verso i Rom d'Ungheria, alimentando le
tensioni con la più grande minoranza del paese ed aumentando i problemi del
governo socialista.
Il partito Jobbik di estrema destra spera di ottenere consensi seguendo
l'aumento di dimostrazioni pubbliche di antagonismo contro i Rom, o zingari, ed
ha chiamato ad un corteo contro quelli che chiama gli omicidi ed altri
crimini commessi dal popolo Rom.
Il più grande partito d'opposizione, Fidezs, ha pure lui aumentato la
pressione sul governo di Ferenc Gyurcsany, invitandolo martedì a reprimere i
crimini.
"La radicalizzazione dell'estrema destra e... del dialogo sociale sta
rompendo soglie e controlli che sinora hanno lavorato (nella società)," ha detto
a Reuters Antal Orkeny, professore di studi sulle minoranze dell'Università ELTE.
Un capo di polizia nella città nord orientale di Miskolc, in una delle
regioni più povere, il mese scorso ha rimproverato i Rom dei furti per strada.
E' stato rimosso, ma poi rimesso al suo posto e migliaia di persone hanno
manifestato in suo appoggio.
Durante un incontro domenica, a seguito dell'uccisione del giocatore rumeno
di pallamano Marian
Cozma (di cui i Rom sono stati incolpati ndr) a Veszprem nell'Ungheria
occidentale, alcuni tra la folla hanno gridato "Morte agli zingari!", già prima
che la polizia rendesse noto che i sospettati erano Rom.
L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom nell'Europa orientale, tra il
5 e il 7% su una popolazione di 10 milioni. Sono rimasti ai margini, mancando da
decenni di lavoro e istruzione adeguata.
Con la disoccupazione attorno al 7,8% a settembre-novembre ed in aumento su
un'economia sostenuta da $25.1 milioni del pacchetto di salvataggio del FMI
(fondo monetario internazionale), la rivalità si è intensificata in settori come
quello delle costruzioni, dove i Rom nel passato potevano trovare lavoro.
La manifestazione di venerdì è organizzata da Jobbik, che si autodefinisce
"partito nazionale Cristiano" e combatte contro il "crimine rom". A gennaio, in
un sondaggio della Szonda Ipsos, ha ottenuto il 4% dei voti.
Ha chiamato la gente all'Arena sportiva di Budapest per protestare contro ciò
che definisce "i furti brutali e gli assassinii commessi dai Rom criminali".
POVERTA' E PREGIUDIZI
Jobbik appoggia la Guardia Ungherese, un gruppo nazionalista radicale di
quasi 2.000 membri, Jobbik, che potrebbe eleggere un candidato nelle elezioni
del Parlamento Europeo a giugno, sta agendo per capitalizzare il risentimento
versoi Rom.
Ma mentre il governo socialista di minoranza combatte per contrastare
l'impatto della recessione ed il montare della frustrazione popolare, il più
grande partito d'opposizione, Fidesz, [...] che i sondaggi danno al 61%, chiede
al governo di agire contro il crimine.
"E' tempo di un onesto, discorso diretto. Dobbiamo dire che il numero dei
crimini seri commessi dai Rom sta crescendo ad un tasso allarmante," ha detto
Fidesz in una dichiarazione.
Il governo, che nel 2006 si è trovato a fronteggiare i disordini dei gruppi
di estrema destra e la cui popolarità è crollata, ha affermato che c'è bisogno
di più programmi di lavori pubblici e di rafforzare la polizia.
"Dobbiamo agire finché possiamo, senza aspettare che emergano inimmaginabili
sviluppi sociali dai pregiudizi e dalle azioni dei vigilanti," ha scritto sul
proprio blog il Primo Ministro Ferenc
Gyurcsany dopo il delitto di Veszprem.
"Se la questione rimane in agenda e Jobbik offre la risposta più semplice,
aumentano le sue possibilità di entrare nel Parlamento Europeo," ha detto
l'analista politico Zoltan Kiszelly.
Ottenere un seggio in Europa potrebbe aprire la strada per ottenerne uno in
Ungheria alle elezioni di primavera prossima.
"Abbiamo due tornate elettorali consecutive, e nessun partito pensa di poter
ottenere voti denunciando con forza l'estremismo ed ergendosi a difesa dei Rom,"
ha detto alla Reuters Rob Kushen, direttore dell'European Roma Rights Centre.
Reporting by Krisztina Than, Additional reporting by Marton Dunai; Editing by
Sara Ledwith and Timothy Heritage
Nell'agosto 2009 Gabor Vona, il presidente del partito ungherese
ultra-nazionalista JOBBIK, prese parte ad un campo giovanile organizzato dalla
Gioventù Ungherese in Transilvania. La partecipazione di un estremista ungherese
ad un evento organizzato in Romania è stata trattata con indifferenza dalle
autorità rumene. Allora MCA espresse preoccupazione su questa apparizione ed il
suo futuro impatto, ma non si fece niente, né da parte delle autorità, né da
parte dell'UDMR, il partito rappresentante la minoranza ungherese di Romania,
partito che partecipa al governo appena formato.
Il 12 gennaio 2010, il giornale "Adevarul" informava i lettori sul "Plutonul Secuiesc",
una divisione del battaglione "Wass Albert", parte della "Guardia Ungherese",
gruppo paramilitare estremista che ha esteso la sua attività in Romania.
La procedura di reclutamento del "Plutonul Secuiesc", come presentato da "Adevarul",
include elementi che indicano chiaramente la natura paramilitare di questo
gruppo che si sta sviluppando in Romania: domande come "hai servito
nell'esercito?", "pratichi sport estremi?", "qual è il tuo grado militare e in
quale corpo hai militato?", fanno parte del questionario che i richiedenti
devono compilare.
In conclusione. un nuovo soggetto si è aggiunto ai gruppi esistenti
estremisti, nazionalisti, anti-democratici in Romania. Questo è un gruppo
controllato e formato da un'entità politica straniera, un gruppo che in Ungheria
è stato dichiarato illegale. Facciamo appello alle autorità rumene di agire
rapidamente e con decisione nel prendere tutte le misure necessarie a bloccare
il trasferimento di attività illegali, razziste, ultra-nazionaliste sul suolo
rumeno.
Maximillian Marco KATZ and Alexandru Florian The Center for Monitoring and Combating AntiSemitism in Romania (MCA)
Di Fabrizio (del 30/08/2007 @ 09:27:32 in Europa, visitato 6871 volte)
Un partito di estrema destra ai margini della politica ungherese ha
presentato sabato i primi membri di un corpo paramilitare, facendo temere un
risorgere dell'estremismo.
I membri fondatori di Magyar Garda, o Guardia Ungherese, hanno prestato
giuramento accanto al palazzo presidenziale di Budapest alla presenza di circa
1000 sostenitori del partito Jobbik.
Nei pressi, in centinaia partecipavano a una contromanifestazione organizzata
dai gruppi anti-fascisti, incluse organizzazioni per i diritti di Ebrei e
Rom, che richiedono che le autorità vietino il gruppo paramilitare.
Alla cerimonia, erano presenti molte bandiere bianche e rosse dell'Arpad, una
formazione storica delle Frecce Uncinate pro-naziste durante la II Guerra
Mondiale. Anche le uniformi erano addobbate dall'emblema.
La Magyar Garda è stata formata per eseguire una vera (politica) transizione
e salvare il popolo Ungherese," ha detto alla folla il fondatore della Guardia e
presidente di Jobbik, Gabor Vona.
Jobbik, conosciuta per la retorica anti-semita, anti-Rom e anti-gay, è un
partito di estrema destra non rappresentato in Parlamento, ma presente in
diverse municipalità.
Il gruppo paramilitare intende "difendere l'Ungheria fisicamente, moralmente
e spiritualmente." I loro appartenenti, tra l'altro verranno istruiti all'uso
delle armi.
Di recente a luglio, i sostenitori di Jobbik hanno interrotto una
manifestazione gay nella capitale, lanciando uova e bottiglie e ferendo diversi
partecipanti.
Alcuni partecipanti alla contro-manifestazione portavano cartelli con foto
che mostravano ebrei con la stella gialla, inviati sui treni verso i campi di
sterminio.
Le organizzazioni internazionali ebree hanno chiesto al Primo Ministro, il
socialista Ferenc Gyurcsany, di mettere al bando la Magyar Garda, la cui
formazione affermano essere "uno sviluppo estremamente allarmante
dell'anti-semitismo in Europa."
Di Fabrizio (del 17/04/2010 @ 09:16:55 in Europa, visitato 1733 volte)
di Piero Ignazi - 15 Aprile 2010
Tra le due guerre, fascismo e nazional-socialismo attecchirono vigorosi in
Ungheria. I movimenti che si richiamavano a quelle esperienze ammontavano a un
centinaio e solo la morte del leader del fascismo ungherese Julius Gömbös nel
'36 impedì una piena fascistizzazione del regime autoritario instaurato nel '32
dall'ammiraglio Miklós Horthy. L'alleanza con la Germania portò poi nel '44
all'instaurazione di un regime nazional-socialista vero e proprio incentrato sul
Partito delle Croci frecciate. E da quel momento iniziò la deportazione in massa
dei 500mila ebrei ungheresi. L'Ungheria ha quindi una storia cupa alle spalle.
Non meno travagliati sono stati i primi dieci anni del dopoguerra, culminati con
la rivolta del 1956. In seguito, il "comunismo al gulasch" aveva pacificato il
paese. Anche la riabilitazione delle vittime delle repressioni staliniane degli
anni bui come Laszló Rajk, o della rivolta del 1956, peraltro già avviata prima
dell'89, indirizzava il paese su un binario solido di transizione e
consolidamento democratico. Così è stato, finora, grazie a una serie di
alternanze al governo tra socialisti e moderati. Anche la presenza di partiti di
estrema destra non preoccupava più di tanto.
Diverso, invece, il quadro emerso dalle elezioni parlamentari di domenica
scorsa. Il Movimento per una Ungheria migliore (Jobbik), che alle elezioni del
2006 aveva raccolto appena il 2%, ma che già alle europee del 2009 era schizzato
al 14,8, a quelle parlamentari di domenica è arrivato al 16,7. Risultati che
fanno di questo partito uno dei più significativi di tutta Europa.
Come nella Fpö austriaca degli anni 90, guidata da Jorg Haider, anche Jobbik
alterna richiami più o meno mascherati ed eufemistizzati al passato delle Croci
frecciate con interventi sui temi d'attualità. Da un lato, agisce sulla
nostalgia animando un movimento paramilitare - la Guardia ungherese - con tanto
di divise, bandiere e organizzazione gerarchica che richiama le Croci frecciate;
riprende i toni antisemitici con espliciti attacchi a personalità ebraiche e
allusioni alle "forze occulte della finanza internazionale" che dissanguano la
nazione; difende criminali di guerra come Sandor Kepiro considerati dal Centro
Wiesenthal come il principale ricercato del 2010; e invita alla "soluzione
finale" (sic) del problema degli zingari.
Dall'altro si presenta come un partito nazionalista che vuole restaurare i fasti
dell'antica nazione magiara, i mille anni della "Sacra Corona" di Santo Stefano,
che predica di una politica aggressiva di law and order ma nulla più, e che si
dichiara ferocemente antisocialista e anti-establishment.
Jobbik è un altro partito dell'estrema destra populista che mescola abilmente
richiami alla storia nera ungherese con l'agitazione dei problemi attuali, reali
e meno, dell'Ungheria. La campagna anti-zingari e contro le influenze straniere
si sviluppa lungo due piani: nel primo si criminalizza la minoranza Rom (il 6%
della popolazione); nel secondo si accusano la Banca centrale e il governo
socialista di consentire con la nuova legge sulla proprietà agraria che la terra
ungherese possa "finire in mano straniere", e d'impedire una tassazione più
elevata sulle multinazionali. Dietro a tutto questo, ovviamente, c'è la
responsabilità della Ue che impone norme contrarie ai "veri" interessi della
nazione e del popolo.
Un tale armamentario ideologico si ritrova in molte parti d'Europa. Di fronte a
movimenti di questo genere sono possibili due strategie: quella francese,
dell'isolamento assoluto dell'estrema destra costi quel che costi in termini
elettorali; quella austriaca e olandese dell'inclusione dei partiti estremisti
al governo per ridimensionarli o modificarli. L'unica strada da non percorrere è
quella di far finta di niente, di considerare irrilevanti o folkloristiche le
posizioni xenofobe antisemite e nazionaliste. Perché hanno grande appeal in
momenti di crisi e di trasformazione, soprattutto presso le componenti più
spaventate e più esposte. E, quando si rompe la diga, queste posizioni possono
dilagare.
The Contrarian Hungarian"Abbiamo attaccato gli zingari e ne siamo
fieri" Manifestazione dell'estrema destra a Devecser sfocia in violenza
-
8 agosto 2012 Foto ufficiale della manifestazione, dell'Hungarian News Agency - fotografo Lajos
Nagy.
C'è curiosamente poca o nessuna copertura sui media ungheresi riguardo al
comportamento violento dei gruppi razzisti - alla luce del giorno e di fronte
alle telecamere - in un villaggio ungherese il fine settimana scorso.
Quindi, la storia che seguirà non è soltanto su una manifestazione
organizzata dal terzo più grande gruppo parlamentare in Ungheria, durante la
quale, ancora una volta hanno reso lampante quanto siano vicini alle milizie di
estrema destra che abitualmente incitano alla violenza razzista.
Però, è anche una storia sulla mancanza di copertura da parte dei mezzi di
informazione, riguardo la più scandalosa agitazione dell'estrema destra
ungherese, senza che nessuno di loro fosse personalmente presente a testimoniare
la sconcertante crescita di audacia con cui questi gruppi politici rinfocolano i
conflitti etnici nei villaggi del paese. Succede sempre più spesso che i media
ungheresi rifuggano dal fornire rapporti corretti sul comportamento criminale
dei politici di Jobbik e dei suoi alleati paramilitari. Da ciò ne deriva uno dei
recenti sviluppi nella retorica dell'estrema destra: vale a dire la loro
applicazione piuttosto liberale del concetto di "autodifesa" per giustificare il
loro clima intimidatorio e razzista - ed in questo caso - i violenti attacchi
alle minoranze. Nel contempo la polizia e gli apparati giuridici stanno a
guardare.
Ma torniamo alla storia. La citta di Devecser aveva già ottenuto attenzione
internazionale durante il disastro del fango rosso nel 2010 quando, assieme a Koontár,
fu una delle diverse città sfortunate inondate dai rifiuti caustici dei
materiali tossici conservati nell'impianto di alluminio di Ajka (vedi
Wikipedia, ndr.).
Ora, due anni dopo, l'estrema destra si concentra sulla città non perché
il risanamento ambientale resta incompiuto, ma perché vuole una
dimostrazione di forza contro ciò che loro chiamano l'inazione della polizia
contro i vicini rom. Le violenze sembrano aver seguito questo argomento,
precipitando in un avvertimento, nella forma di una manifestazione dell'estrema
destra, sponsorizzata da un partito, di forza collettiva contro tutti i
residenti rom della città.
Jobbik, organizzatore ufficiale dell'evento, vi ha incluso conosciute
organizzazioni estremiste e paramilitari violente. Assieme, hanno portato nella
cittadina un numero considerevole di simpatizzanti di estrema destra: ne sono
arrivati circa 1.000 in una città di 5.000 residenti. La Nuova Guardia Ungherese (Új Magyar Gárda),
L'associazione Guardia Civile per un Futuro Migliore (Szebb Jövőért Polgárőr Egyesület),
Movimento Giovanile 64 Contee (Hatvannégy Vármegye), Forza di Difesa (Véderő),
Guardia Motociclistica
(Gárda Motorosok) ed Esercito Fuorilegge (Betyársereg), ognuno con i suoi
simpatizzanti (come è stato recentemente chiarito da un tribunale ungherese, dal
punto di vista giuridico questo tipo di collaborazione è per loro la più
vantaggiosa: assieme, non possono essere ritenuti responsabili di atti criminali
specifici durante le proteste; tuttavia, è difficile stabilire responsabilità
individuali, con così tanti gruppi presenti).
Jobbik era rappresentata da tre parlamentari: Gábor Ferenczi, Szilvia
Bertha e Balázs Lenhardt.
Il rapporto più completo su quanto accaduto viene dalla
testimonianza oculare di un collaboratore del blog ungherese Kettős Mérce
(Doppio Standard):
Gábor Ferenczi di Jobbik ha iniziato i discorsi. Ha detto di volere
pace, ordine e sicurezza a Devecser, e che questa manifestazione è sul diritto
degli ungheresi all'autodifesa, perché gli ungheresi possano difendersi e gli
zingari assumersi le loro responsabilità.
Ferenczi si è rivolto in particolare al sindaco di Devecser, il quale
aveva detto in precedenza alla stampa che la manifestazione di Jobbik non era
necessaria. Ferenczi ha esortato il sindaco a non rivolgere le sue parole
contro gli ungheresi "normali", invece di ergersi contro i "criminali". Ferenczi
ha anche detto di non voler più sentire alcuna lamentela, specialmente nulla di
più su furti e truffe degli zingari di Devecser. Se ci dovessero essere problemi
di ogni sorta,ha detto di chiamare la Forza di Difesa [Véderő, gruppo
paramilitare coinvolta anche nell'occupazione di Gyöngyöspata l'anno
scorso]. Ha sottolineato che c'è bisogno della reintroduzione della pena
capitale, e dicendo che se i problemi non cesseranno, ci saranno altre
manifestazioni.
Dopo è stato il turno di László Toroczkai di 64 Contee [persona più volte
accusata, ma mai condannata, di atti terroristici]. Ha iniziato il discorso
dicendo che gli ungheresi hanno tre possibilità: immigrare, diventare schiavi
"degli zingari" o rimanere e combattere; in questo caso chi fosse stato
infastidito "dall'ungarità" doveva andarsene. Ha detto che ci sono zingari e
criminalità zingara in tutto il paese e che "dovunque questo gruppo etnico sia
presente, si mostrano distruzione e devastazione." Secondo lui, gli zingari
vogliono sterminare gli ungheresi, e se vogliono combattere allora bisogna
lottare contro di loro, non ci sono altre possibilità. Ha aggiunto anche che gli
ungheresi o combattono o diventeranno vittime.
In seguito, è stato lasciato il microfono a Attila László
dell'associazione Guardia Civile per un Futuro Migliore [una manifestazione di
questo gruppo ha segnato l'inizio di un lungo periodo di tensioni etniche a Gyöngyöspata
l'anno scorso]. "Tutta i rifiuti devono essere spazzati fuori dal paese," ha
detto nell'apertura.
Secondo lui, ci si deve ribellare e cacciare tutti i
criminali, ed organizzarsi in ogni comunità - per questo, c'è bisogno di tutti
gli "ungheresi militanti". In conclusione, ha definito l'autodifesa come "un
istinto che arriva alla formulazione durante le emergenze e che viene poi
seguito da un'azione cosciente."
Dopo i discorsi, ha avuto luogo il corteo: i manifestanti si
sono recati alla casa della famiglia da proteggere per cui erano convenuti.
Mentre il testimone arrivava alla casa della famiglia - probabilmente
sostenitori di Jobbik o organizzatori locali del partito - i manifestanti
cantavano:
"Siete nessuno!" "State per morire, zingari, state per
morire qui!"
A questo punto, è iniziata una seconda serie di interventi, il primo di Zsolt Tyirityán
(Esercito Fuorilegge -
Betyársereg), che ha parlato di guerra razziale e pulizia etnica. "Gli zingari
hanno la criminalità nel codice genetico," ha detto. Per rafforzare il concetto,
ha aggiunto che sono i "sionisti" a dirigerli per andare contro la legge. "Mi
considero un razzista," ha detto Tyirityán, "ed ho intenzione di ergermi per non
lasciare spazio vitale ad un'ulteriore razza." "La spazzatura codificata
geneticamente dev'essere sterminata dalla vita pubblica." "Stiamo per debellare
questo fenomeno, dev'essere estirpato dalle nostre vite."
Successivamente, l'autore del blog ha proseguito verso una casa di amici.
La casa si trovava lungo il percorso dei manifestanti, che sono arrivati
poco dopo. "Stavano gridando diversi slogan razzisti ed intimidatori, il mio
braccio destro è stato colpito prima da una bottiglia d'acqua e pochi secondi
dopo da un più grande pezzo di cemento. Mi sono fatto da parte prima di essere
colpito alla testa... Siamo entrati nella casa attraverso il cortile. Nel
frattempo, attorno a noi piovevano letteralmente altri pezzi di cemento e
bottiglia d'acqua. Entrati in casa abbiamo dovuto chiudere le persiane, perché
anche le finestre erano un obiettivo. In casa c'erano molti bambini.
"Una volta che se ne furono andati, ci siamo avventurati fuori dalla
casa, scoprendo che avevano fatto lo stesso a molte case abitate dagli zingari."
Anche Ferenczi, deputato Jobbik, era tra i feriti. "Davanti alle abitazioni
c'era molta polizia, ma è successo lo stesso."
Ne filmato seguente viene ripreso l'incidente all'esterno della casa dove
vive la famiglia rom. Lunedì sono stato in grado di vedere un versione più lunga
del filmato, preparata da una delle derivazioni di estrema destra - ma quel
video (della lunghezza di circa 6') sembra essere stato rimosso da internet.
Tuttavia, grazie al
blog Egyenlítő si possono ancora guardare su internet i 25 secondi riguardo
all'incidente:
Quanto sopra è stato confermato in seguito da un mezzo d'informazione di
estrema destra. Quanto registrato effettivamente non comprende alcune
delle citazioni peggiori. Se si dovesse presentare una causa penale per
istigazione al conflitto etnico, si dovrebbe far valere
questa interazione, disponibile sul video realizzato da ATV. Anche se non si
riesce a rendersi conto della dimensione reale della folla, a partire dal minuto
1.08 il discorso si traduce così:
"Che ne pensate, secondo voi ci sono segni di una guerra razziale in
questo paese?" - chiede l'oratore alla folla (Zsolt Tyirityánof di Esercito
Fuorilegge). "Sì!" urla la folla dietro di lui. "Secondo voi, ci sarà un'escalation del conflitto in base alla razzia o
all'etnia?" "Sì!" "Allora mandiamogli un messaggio!"
Ed i fatti contestati non riguardano, difatti, i partecipanti alla
manifestazione! Sono orgogliosi del "successo" della loro protesta unificata.
Come scrivono nel titolo di un loro rapporto: "Siamo stati noi ad attaccare gli
zingari, e ne siamo fieri."
Questo è quanto è avvenuto a Devecser, nelle parole dell'estrema destra:
"La marcia era guidata dai selvaggi combattenti di Betyársereg, che non
conoscono paura, con le loro impressionanti bandiere nere, che non mancano mai
di incutere paura al nemico. Dietro di loro seguivano le file disciplinate delle
[64] Contee. Il corpo principale era composto da civili e membri di Jobbik,
mentre il corteo terminava con Migliore Futuro e le Guardie. Gli ungheresi hanno
fatto scappare gli zingari più volte. Prima, presso la casa dove è avvenuto lo
scontro [si parla di fine luglio]. C'era un cordone di poliziotti a tutela della
strada degli zingari e, dietro di loro, 5-6 zingari erano fermi ad osservare gli
ungheresi, ma quando i Fuorilegge hanno caricato - passando attraverso il
cordone poliziesco- gli zingari sono fuggiti. I mezzi della polizia hanno
bloccato gli ungheresi penetrati nella via degli zingari. Il corteo è
proseguito, ma in un'altra strada con molti zingari, ci sono stati ulteriori
scontri."
"Gli [epiteto razziale] facevano capolino da dietro il recinto di pietra
di una casa abitata da zingari. Stavano registrando lo svolgimento del corteo
con una cinepresa rubata chissà dove. E' seguita una discussione tra loro e i
manifestanti. Infine, è stata lanciata una bottiglia d'acqua, che ha colpito uno
[epiteto razziale] in testa, dopodiché da dietro il recinto hanno lanciato una
pietra contro la folla. Ne è seguita una tempesta di pezzi di mattoni, pietre e
cemento, che hanno cacciato gli zingari dentro casa. Gábor Ferenczi, membro del
parlamento per Jobbik, è stato ferito durante l'incidente - probabilmente
colpito alla testa da uno zingaro (ha richiesto le cure nel vicino ospedale di
Ajka).
"La polizia non era sul posto, è arrivata dopo, non sono riusciti a
gestire la situazione, molti di loro avevano paura. Se il pogrom non c'è stato,
non è dipeso da loro. Al momento, gli ungheresi erano assolutamente superiori."
La questione dell'autodifesa e della ferita a Ferenczi è importante per i
media: in quanto parlamentare, richiama sufficientemente l'attenzione delle
redazioni (con la sua testa ferita, è l'immagine perfetta per un rapporto
accattivante). Secondo l'estrema destra, è stato ferito da una bottiglia
d'acqua. Sempre secondo la ricostruzione dell'estrema destra, c'è stata una
pietra lanciata dalla casa dove si erano prima rifugiati gli abitanti, quando il
recinto era stato assalito. Osservando il video, prima che sparisse da internet
- tranne il frammento riportato, dall'interno non sono state lanciate pietre. Ma
l'incidente, tutto sommato, è un atto di autodifesa: un atto istintivo che si è
tradotto in un'azione cosciente e coordinata. Difesa: dalla criminalità
codificata geneticamente degli zingari, naturalmente. Cercando un buco in questo
solido argomento.
Si potrebbe pensare che quanto sopra potrebbe far riflettere qualsiasi
organizzazione attenta al rispetto delle notizie. Tuttavia la storia termina con
le tristi note degli eventi che hanno avuto luogo il 5 agosto a Devecser,
nell'interpretazione dei principali giornali, tanto governativi che di
opposizione.
Quanto segue, ora, è la traduzione parola per parola del rapporto completo su
questo "incidente" pubblicato dal più diffuso quotidiano di sinistra in
Ungheria:
Il deputato Gábor Ferenczi, rappresentante Jobbik per il distretto di Veszprém,
ha chiesto il ripristino della pena capitale, durante un evento organizzato
domenica dal suo partito a Devecser dove, secondo le stime del deputato, erano
presenti un migliaio di persone.
La manifestazione, dal nome "Vivi e lascia vivere: manifestazione per la
legittima autodifesa ungherese," si è tenuta con la partecipazione di Jobbik e
di numerose organizzazioni della destra radicale. E' partita dalla piazza di
fronte alla chiesa cattolica, dopodiché i manifestanti hanno marciato per le
strade in cui pensavano vivessero gli zingari.
A Devecser, città diventata famosa durante il disastro dei fanghi rossi e
che conta 5.000 abitanti, Gábor Ferenczi ha dichiarato che il loro obiettivo non
è la discriminazione su base etnica, quello che vogliono a Devecser è pace,
ordine e sicurezza. "Vivi e lascia vivere in questo comune: è quanto chiediamo
ai nostri compatrioti zingari."
Il deputato ha chiesto il rafforzamento della stazione di polizia a Devecser,
dopodiché ha sottolineato che nel paese avvengono sempre più brutali atti
criminali. Ha dichiarato di chiedere il ripristino della pena di morte, "come
deterrente per respingere e prevenire questi crimini."
László Toroczkai, presidente del Movimento Giovanile 64 Contee, ha
richiamato i partecipanti a non lasciare il paese ed il loro suolo natale, e non
farsi cacciare.
Sfilando dopo il comizio i partecipanti sono sfilati davanti alla casa
dove alla fine di luglio avevano avuto luogo una discussione e una rissa, che
hanno fornito il motivo della manifestazione.
La polizia ha messo in sicurezza la manifestazione con un cordone, che i
dimostranti hanno cercato più volte di rompere. In un'occasione, hanno
ingaggiato un lancio di oggetti con i locali, in questo frangente Gábor Ferenczi
è stato ferito ad una tempia. Imre Orbán, vicepresidente di Jobbik per il
distretto di Veszprém, ha informato l'Agenzia Ungherese delle Notizie che la
ferita di Gábor Ferenczi è stata medicata nel locale ospedale di Ajka; la pietra
che l'avrebbe colpito, secondo la loro versione, sarebbe stata lanciata dal
cortile di una delle case."
Il giornale di sinistra ha preso la storia dal lancio di agenzia: non un
giornalista è stato assegnato alla storia (questa sembra sempre più la strategia
della stampa ungherese: seguire quanto pubblicato dall'Agenzia Ungherese delle
Notizie). Parola su parola, il rapporto sopra riportato si ritrova altrove su
diversi media.
Con l'eccezione di alcuni giornali pro-governativi, che fanno affidamento
sulla controversa segnalazione di Hir TV. Nel suo resoconto, il canale
televisivo conservatore afferma che la testa di Ferenczi è stata colpita da
"fuoco amico": la bottiglia d'acqua che l'ha colpito proveniva dai suoi. Ma dato
che ciò ha scatenato un grande chiasso da parte dei portali di estrema destra,
hanno ritrattato la dichiarazione originale. Questa la versione stampata alla
fine, nella sua interezza:
La manifestazione tenuta da Jobbik e dalle organizzazioni di estrema
destra vicine, si è conclusa senza gravi incidenti. Due persone durante il
corteo sono svenute per il caldo.
La folla ha marciato verso la casa dove nelle scorse settimane c'era
stata una rissa tra due famiglie, una ungherese e l'altra zingara, legate tra
loro da una lunga faida. Alcuni hanno gettato bottiglie d'acqua contro la casa,
da cui sono usciti alcuni rom per strada, ma la polizia ha posto velocemente
fine a questo. Gábor Ferenczi di Jobbik è stato colpito con un pezzo di cemento.
Precedentemente, il parlamentare aveva tenuto un discorso, in cui dichiarava di
essere venuto con intenzioni pacifiche, ma che se nel comune non fosse
migliorata la sicurezza, sarebbero tornati. Il politico ha chiesto un
rafforzamento della stazione di polizia nella città già colpita dalla catastrofe
dei fanghi rossi. Le autorità hanno controllato l'evento con un significativo
spiegamento di forze.
Andrebbe oltre lo scopo di questo post già troppo lungo, purtroppo,
commentare la questione a portata di mano: quanto è avvenuto a Devecser è
incitamento alla guerra etnica e razziale.
Il punto è esattamente sul come e perché l'estrema destra ungherese sta
guadagnando terreno in Ungheria. Dalla sola lettura di media e giornali questa
storia non esisterebbe quasi. Quando se ne fa menzione, viene distorta nel
profondo: distante dalla furia liberata di gruppi razzisti in una lontana città
ungherese, si racconta di un raduno con "intenzioni pacifiche".
Il compito appare difficile: non si tratta soltanto della lotta legale,
politica e sociale contro l'estremismo, ma anche contro il silenzio e la
disinformazione.
Di Fabrizio (del 22/06/2013 @ 09:08:44 in Regole, visitato 1564 volte)
Da deputata EU a richiedente asilo in Canada: il lungo viaggio di una
Romnì - 16 giugno 2013 | Mirjam Donath | Reuters -
Chicago Tribune - (Reporting by Mirjam Donath; Editing by Claudia Parsons and Tim Dobbyn)
TORONTO (Reuters) - Meno di quattro anni fa, Viktoria Mohacsi si godeva la vita
da politica internazionale, mangiando nei costosi ristoranti di Bruxelles e
ottenendo premi come attivista dei diritti umani.
Oggi, trentotto anni e madre di tre figli, dorme sul pavimento di un
seminterrato di Toronto e rischia la deportazione. In quanto richiedente asilo,
spera di convincere il Canada che la vita di un ex membro del Parlamento Europeo
può essere in pericolo in un paese democratico come l'Ungheria.
Racconterà martedì la sua storia nel corso di un'audizione di fronte all'Immigration and Refugee Board.
Un banco di prova per la nuova politica migratoria del governo canadese, che
considera "sicuri" quasi tutti i paesi EU. Mohacsi, che è rom, sostiene che se
tornasse in Ungheria sarebbe a rischio di violenze da parte di gruppi razzisti e
di persecuzioni da parte del governo ungherese.
Se perdesse, sarebbe rimpatriata. Se vincesse, il suo caso darebbe speranza
agli altri richiedenti asilo della comunità rom dell'Europa centrale e
orientale, che attualmente alcuni in Canada considerano come migranti per
lavoro, o peggio - criminali che vogliono abusare di un sistema generoso.
Il governo conservatore a dicembre ha inasprito la legge sui rifugiati, per
dare un giro di vite a quello che dice essere un'ondata di falsi richiedenti
asilo dall'Unione Europea, che cercherebbero di trarre vantaggio dai generosi
programmi di welfare. Molti di questi sarebbero Rom. Jason Kenney, ministro
all'immigrazione, ha individuato l'Ungheria come principale sorgente dei
richiedenti asilo in Canada negli ultimi tre anni, anche se gli Ungheresi, in
quanto cittadini UE, possono girare liberamente all'interno del blocco.
Il governo canadese afferma che mentre desidera che il paese rimanga una
delle destinazioni preferite per i rifugiati, è sommerso da gente che finge di
fuggire da persecuzioni. Le cifre ufficiali mostrano che il Canada ha concesso
asilo negli ultimi quattro anni ad oltre 300 Ungheresi, la maggior parte dei
quali, dicono gli esperti di immigrazione, erano Rom. Il ministero non si
pronuncia sui singoli casi.
Il governo ungherese ha respinto l'ipotesi che qualsiasi suo cittadino,
compresa Mohacsi, possa trovarsi in pericolo in Ungheria. "Per quanto ci sia del
lavoro da fare nel combattere i pregiudizi contro le minoranze, la sicurezza di
una particolare comunità, in generale, non è in discussione," ha detto un
portavoce governativo. Ha poi aggiunto: "Se la signora Mohacsi ha le prove di un
piano criminale da parte delle forze di sicurezza ungheresi nel violare i suoi
diritti costituzionali, il governo le chiede di presentarle agli enti preposti."
CRESCITA RAPIDA
Per molto tempo Mohacsi è stata una delle Romnià più conosciute in Ungheria.
La sua ascesa da seduta nel fondo di un'aula scolastica in un piccolo paese
ungherese assieme ad altri scolari rom, a seduta nel semicerchio del Parlamento
Europeo, è stata rapida. A 20 anni, la piccola donna con gli occhi da cerbiatto
divenne la prima femmina rom presentatrice nella principale televisione
ungherese, prima di darsi alla politica
"Ero una dolce zingarella che non si poteva fare a meno di aiutare," dice
Mohacsi, parlando in ungherese durante un'intervista alla Reuters di Toronto.
"Fui sostenuta e ce la feci, entrai nella vita pubblica." Si sposò con Gabor Bernath,
direttore del Roma Media Center, con forti collegamenti con i circoli che
contano nel partito liberale ungherese.
Quando le elite politiche ungheresi finirono sotto pressione sulla questione
della piena rappresentazione delle minoranze, divenne commissario speciale per
il ministero all'istruzione, lavorando al programma per desegregare le scuole. A
29 anni, fu una delegata al Parlamento Europeo, madre di due bambini adottati e
"ambasciatrice" non-ufficiale dei Rom.
I problemi iniziarono con una serie di violenti attacchi contro i Rom,
attraverso tutta l'Europa all'inizio del 2008. Mohacsi viaggiò ossessivamente
per tutta l'Ungheria da una scena del crimine all'altra, raccogliendo
informazioni. Spinse le vittime che erano riluttanti per paura della polizia, a
farsi avanti e denunciare i crimini, spingendo la polizia ad indagare
Arrivò la mattina presto di uno scuro febbraio, nel villaggio di Tatarszentgyorgy
dove un uomo e suo figlio di 5 anni erano stai colpiti a morte, mentre fuggivano
dalla loro casa data alle fiamme. Un'indagine interna alla polizia confermò che
la scena del crimine non era stata resa sicura per ore. Si confrontò con la
polizia quando scoprì che avevano riportato che le vittime erano morte per
inalazione dei fumi e chiamò direttamente il capo dei "casi delicati"
all'Ufficio Nazionale Investigazioni.
"Quando esaminai le foto, vidi subito che lei aveva ragione (erano stati
colpiti da armi da fuoco)," disse Lajos Kovacs, detective ora in pensione a cui
si rivolse, aggiungendo che l''aiuto di Mohacsi fu "indiscutibile".
Due poliziotti dell'unità coinvolta hanno poi subito provvedimenti
disciplinari interni. Attualmente quattro persone sono sotto processo per una
serie di attacchi anti-Rom nel 2008-2009., incluso l'uccisione dell'uomo e di
suo figlio a Tatarszentgyorgy.
Il governo ungherese ha sottolineato quelle misure - come lo scioglimento del
gruppo paramilitare Guardia Ungherese, responsabile di assalti anti-rom - come
prova delle misure adottate a favore dei Rom dopo gli omicidi.
Facendo eco ai funzionari canadesi, il governo ungherese ha anche detto che
la criminalità organizzata coinvolta nel traffico di persone, sarebbe dietro ad
un numero cospicuo di richiedenti asilo in Canada, trovati con motivazioni non
genuine.
Alla richiesta di un commento su questa vicenda, il dipartimento della
polizia ungherese non ha risposto.
IN PERICOLO O NO?
Poco dopo aver parlato del caso Tatarszentgyorgy, dice Mohacsi, iniziò a
ricevere email minacciose in cui veniva chiamata "lurida zingara puzzolente" e
"sporco animale" che "presto [morirà] assieme a tutta la tua razza." Scatenò
critiche il suo commento che un giocatore di pallamano ucciso avrebbe provocato
i suoi assassini rom (che ora sono in prigione per omicidio). Chiese e ricevette
la protezione della polizia a casa.
Un elemento chiave negli argomenti di Mohacsi, che sarebbe posta in pericolo
dalle autorità in caso di ritorno, è la sua conoscenza di un rapporto
dell'Ufficio per la Sicurezza Nazionale riguardo gli attacchi anti-rom nel
2008-2009. Il rapporto pubblicato dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza
Nazionale concludeva affermando che i servizi segreti avevano seguito gli
assalitori e avevano ampie informazioni su di loro, già anni prima che venissero
commessi omicidi seriali. Parte del rapporto è stato secretato.
Mohacsi dice di non aver visto il rapporto integrale, ma di avere avuto delle
conversazioni a riguardo, inclusa una con Jozsef Gulyas, capo del comitato che
aveva commissionato il rapporto.
Gulyas, allora politico dei liberali, e uno tra gli autori del rapporto, dice
di non vedere la ragione per cui una parto dello stesso sarebbe stata secretata
o perché Mohacsi debba aver avuto timori e lasciare il paese. Parlando al
telefono dall'Ungheria, ha detto che il rapporto indicava gli errori che i
servizi segreti avevano compiuto durante le indagini sugli attacchi contro i
Rom, fossero più che semplice negligenza. Ma aggiungeva: "Non ho mai detto che
le autorità abbiano partecipato direttamente agli eventi."
Dice Gulyas: "Sono d'accordo che per un Rom non è facile vivere in Ungheria,
ma che lei sostenga che la sua vita sarebbe a rischio, è un'esagerazione
poetica."
Kenney, ministro canadese all'immigrazione, ha visitato l'Ungheria ad
ottobre, dopodiché dei cartelloni avevano fatto la loro apparizione nella città
di Miskolc, patria di molti Rom, che anticipavano il cambiamento delle leggi
canadesi in materia di immigrazione, e aggiungevano che quanti non avevano
titolo per richiederla sarebbero presto stati rimpatriati. Secondo il ministero
dell'immigrazione, nei primi tre mesi del 2013, le richieste di asilo
dall'Ungheria, il paese in cima alla lista canadese, sono scese del 98% rispetto
al passato, con solo nove Ungheresi in cerca di asilo.
Il caso Mohacsi viene seguito con attenzione in Ungheria e in altri paesi
dell'Europa Centrale e Orientale che hanno significative presenze di popolazione
Rom.
Aladar Horvath, importante attivista e primo Rom del parlamento ungherese, ha
visitato Toronto questa primavera, per operare come testimone esperto in un
altro caso di asilo.
Dice che una decisione positiva nel caso Mohacsi "rovescerebbe la posizione
politica che l'Ungheria è un paese sicuro."
Un gruppo paramilitare neonazista si rilancia sotto nuovo nome in un raduno
di massa a Budapest.
La Guardia Ungherese (Magyar
Gárdandr) si è anche rilanciata come Movimento Guardia Ungherese in
diversi incontri più piccoli presentati in più parti del paese.
Circa 3.000 aderenti si sono riuniti domenica a Budapest, mentre diverse
centinaia hanno manifestato a Bekescsaba, Szolnok e Mezotur. I
partecipanti alle manifestazioni sventolavano bandiere ed insegne che
ricordavano quelle famigerate delle Frecce Uncinate Ungheresi del periodo di
guerra. Una dimostrazione separata, sempre a Budapest, chiedeva il rilascio di
Gyorgy Budahazy, attivista radicale di destra trattenuto con l'accusa di
terrorismo.
Sempre domenica, circa 400 dimostranti, per lo più anziani, hanno manifestato
a favore del governo e contro la Guardia.
Recentemente i tribunali ungheresi avevano ordinato lo smantellamento della
Guardia con l'accusa di generare tensioni etniche e di minaccia all'ordine
pubblico. Tuttavia, l'ultima sentenza non interferisce sul diritto di adunarsi
pacificamente. Ora la Guardia rivendica di essere un movimento.
Gli esperti legali dicono che questo contravviene alla volontà ed agli scopi
dei tribunali.
I manifestanti a Budapest sono arrivati in abiti civili e solo dopo molti
hanno indossato le uniformi della Guardia. Tra di loro Gabor Vona, presidente
del neonazista
Jobbik, e Lajor Fur, ex ministro della difesa. Vona ha annunciato che se
dovesse ottenere un seggio alle prossime elezioni nazionali, come ci si aspetta,
entrerebbe in Parlamento indossando l'uniforme della Guardia.
Viktor Orban, leader del Fidezs, il partito dominante nell'opposizione e che
probabilmente formerà il governo l'anno prossimo, ha detto che il suo partito
non entrerà mai in coalizione con Jobbik.
Budapest, 16/12/2009 - Il Tribunale Supremo ha preso la decisione di
smantellare la Guardia Ungherese (Magyar Garda), l'esercito privato dello Jobbik,
partito di estrema destra.
La decisione di mercoledì è stato il terzo pronunciamento giudiziario in un
anno che rende illegale l'organizzazione paramilitare apertamente razzista, e
chiudendo ogni strada ad ulteriori ricorsi in appello.
Il segretario di Jobbik, Gabor Vona, ha detto che comunque la Magyar Garda
continuerà le sue attività, in seguito ad un appello presentato alla Corte
Europea dei Diritti Umani.
La decisione di smantellamento si applica tanto alla Guardia Ungherese che
alla Società Guardia a cui formalmente appartiene. Il Tribunale Supremo ha detto
che le due organizzazioni hanno fatto abuso del loro regolamento, come pure del
diritto democratico di riunirsi, bersagliando e generando deliberatamente paura
nei cosiddetti gruppi razziali minoritari ungheresi.
La Guardia è stata modellata sulle bande delle Croci Frecciate Ungheresi che
uccisero migliaia di Ebrei durante l'Olocausto. Le sue uniformi ricordano quelle
della "Gendarmeria" che assisteva i nazisti tedeschi nella deportazione di
centinaia di migliaia di Ebrei, e di Rom, verso Auschwitz.
Jobbik ha ottenuto i più grandi successi elettorali durante l'attuale
recessione, e ci si aspetta che diventi una delle principali forze parlamentari
nelle prossime elezioni nazionali del 2010.
24/02/2010 - Proprio un anno fa, il 23 febbraio 2009, Robert Csorba, 27 anni di
origine rom, e suo figlio di quasi 5 anni furono colpiti a morte mentre
scappavano dalla loro casa in fiamme a Tatárszentgyörgy [leggi
QUI ndr]. La sparatoria è avvenuta subito dopo mezzanotte. La famiglia
tentava di fuggire dalla sua casa in fiamme, ma nel mentre Robert Csorba e suo
figlio furono colpiti a morte dalle pallottole. La moglie di Robert e altri due
bambini furono seriamente feriti, oltre naturalmente a patire traumi emotivi.
Un anno dopo, quando Human Rights First visitò la famiglia, c'era una
sensazione che queste morti avrebbero potuto essere evitate. Senza dubbio ci
sono stati degli errori: l'ambulanza arrivò più tardi del previsto dopo che
il crimine fu commesso. La polizia ed il personale medico furono lenti nel
riconoscere il motivo dell'incidente che portò alla loro morte. In aggiunta, la
polizia concluse inizialmente che il fuoco era stato causato da un incidente
elettrico. Mancarono di indagare su importanti indizi che li avrebbero portati
rapidamente ai sospetti.
Questo doppio omicidio non è stato un incidente isolato. Violenze simili
hanno colpito la nazione nel 2009, colpendo la comunità rom ungherese di 600.000
membri. Sono stati registrati dozzine di gravi crimini razziali, comprendenti
l'uso di fucili, il lancio di molotov o di severi pestaggi.
Sono stati compiuti progressi nell'affrontare il circolo vizioso della
violenza e le autorità ungheresi hanno preso misure importanti. Quattro sospetti
coinvolti in quelli che vengono chiamati "omicidi seriali" sono stati arrestati
l'agosto scorso. Centinaia di investigatori sono stati mobilitati su questi
casi. Human Rights First spera che inizi presto il processo e che sia pubblico,
così da aiutare a portare un senso di giustizia tra le vittime. Un processo,
aperto e nazionale, porterebbe in primo piano al dibattito pubblico della
questione della violenza razziale contro i Rom. Le conversazioni potrebbero
partire dai politici, esperti sui diritti umani e comunità rom, allo scopo di
evitare violenze simili in futuro. I giornalisti potrebbero discutere su come
evitare di cadere nei soliti luoghi comuni, quando gli incidenti riportati
riguardano i Rom.
Paradossalmente, è incoraggiante il fatto che la polizia abbia recentemente
ammesso che siano stati fatti degli errori. Con questa constatazione, c'è più
possibilità che i responsabili siano disposti a discutere sulle riforme
necessarie alla polizia per evitare il ripetersi degli errori. Qualche
giorno fa - quasi un anno dopo gli omicidi - la polizia nazionale riconobbe che
c'era stata una cattiva condotta da parte sua, in risposta al doppio omicidio di
Tatárszentgyörgy. Come risultato, sono iniziate procedure interne disciplinari
verso due poliziotti per assicurare la responsabilità sulle loro mancanze. Ciò
va in qualche maniera nella direzione intrapresa dal governo, che chiede vengano
messi in atto meccanismi adeguati per rispondere agli abusi polizieschi.
Detto questo, rimane ancora molto da fare.
In primo luogo, l'addestramento della polizia è un punto centrale nel
prevenire violenze a sfondo razziale. Quando questa avviene, la polizia deve
usufruire di una buona formazione nel raccogliere le prove, così che l'indagine
possa definire correttamente la natura del crimine commesso. Effettivamente, se
l'indagine sulla scena del crimine è incompleta e viene ignorato il motivo
razziale, il sistema della giustizia non può assicurare la sua piena
responsabilità.
Quanti sinora si sono occupati degli assassini seriali sono investigatori di
esperienza. Ma la polizia locale è formata adeguatamente nel fare fronte agli
avvenimenti a livello base, agli episodi giornalieri di minacce e piccole
violenze, che non assumono a fama nazionale? La polizia ha bisogno di adattare i
meccanismi di risoluzione dei conflitti ai rispettivi contesti locali. Sarebbe
utile che potessero confrontarsi con le loro controparti di altri paesi per
arrivare a soluzioni creative. A tale proposito, gli Stati Uniti potrebbero
essere di grande aiuto. Allo stesso modo che gli investigatori dell'FBI volarono
a Budapest l'estate scorsa per dare assistenza alla polizia ungherese
nell'identificare gli assassini seriali, potrebbero radicarsi nel futuro anche
altre forme di cooperazione tecnica e di mutui progetti, col supporto del
Dipartimento USA alla Giustizia e del Dipartimento di Stato.
Secondariamente, le autorità ungheresi preposte alla legge dovrebbero
considerare di compiere sforzi concertati per includere più ungheresi di origine
rom nelle unità di polizia [leggi
QUI ndr], per rompere il sentimento cognitivo di "noi contro loro" che
alimenta le tensioni sociali.
Terzo, quando la polizia commette degli errori, le indagini devono essere
effettuate sistematicamente - come nelle deviazione avvenute nel caso degli
omicidi Csorba, cosicché ci sia un senso genuino di responsabilità per coloro
che ritengono che i loro diritti siano stati violati.
Anche più difficile, ma non una sfida meno importante, è trasformare gli
stereotipi anti-Rom profondamente radicati che sono tollerati a molti livelli
all'interno della società ungherese - sia nei circoli privati, sia nell'arena
politica che nei media. Istvan Serto-Radics, sindaco della città di Uszka
- largamente popolata da residenti rom, ha scritto assieme al professor John
Strong di Long Island USA una ricerca, in cui si paragona la difficile
situazione dei Rom nell'attuale Ungheria a quella degli Afroamericani nel
Mississippi della metà degli anni '60 e '70. Descrivendo i modelli psicologici
pregiudicati, dice: "Ci sono diverse ed importanti similarità tra i Rom e gli
Afroamericani... stereotipi simili sono frequentemente usati per descriverli.
Sono entrambi visti come pigri, proni al crimine, inferiori intellettualmente,
emozionalmente immaturi, anche se dotati nella musica". In aggiunta, i problemi
strutturali degli alti tassi di disoccupazione, le aree abitative ghettizzate,
la discriminazione nella sanità e nell'istruzione, come pure i rapporti tesi con
la polizia, sono tutti gli altri fattori che determinano le rassomiglianze
storiche. Malgrado ciò, ci sono differenze significative; per esempio la
comunità rom non ha mai lottato per acquisire il diritto di voto - partecipano
persino attivamente alle elezioni.
Come si inserisce questo turbolento contesto sociale nelle imminenti elezioni
nazionali che si terranno ad aprile? Il neofascista partito Jobbik è in buona
posizione per ottenere una generosa massa di voti. La sua agenda politica è
semplice: militaristica. A parte i crudi discorsi razzisti contro gli Ebrei,
chiama all'uso dell'esercito per agire contro i Rom per "restaurare l'ordine" e
combattere "il crimine zingaro". La "criminalità zingara" è una nozione
problematica filtrata tristemente nel discorso pubblico come concetto
tradizionale. Tuttavia, il pubblico sembra afferrarla intuitivamente, mentre il
capire l'effetto della violenza razzista è meno condiviso e non sempre
accettato. Invero è un problema di micro-criminalità che colpisce una corda
sensibile di molti Ungheresi. Tuttavia, l'oltraggio pubblico è ben più forte se
un Rom è beccato a rubare, piuttosto di quando viene colpito a morte. La
risposta della polizia può riflettere questo, mentre gli attacchi razzisti
contro i Rom possono essere benzina gettata sui crimini di cui sono gli
esecutori.
I membri della Guardia Ungherese, l'ala paramilitare di Jobbik, sfruttano le
legittime paure del crimine. Sono conosciuti per vagare intorno ai villaggi
popolati da Rom intimidendoli con violente minacce o aggredendoli. Infatti, Tatárszentgyörgy
è uno dei primi posti dove hanno cominciato sfilare dalla loro creazione
nell'agosto 2007.
Ecco allora un suggerimento a tutti i democratici in Ungheria che seriamente
combattono l'ascesa dell'estremismo nel loro paese mentre incombe la campagna
elettorale. Se i cittadini ungheresi si sentissero protetti ugualmente dallo
stato, ci sarebbe una migliore probabilità porre freno l'estremismo. Gli
elettori di Jobbik [...] stanno rivolgendosi ai bulli neonazisti in cerca di più
sicurezza. Nel contempo, i componenti della comunità rom hanno paura di essere
insultati, minacciati o assaltati per strada: è tempo che i politici
responsabili - e quanti formano l'opinione pubblica - parlino apertamente contro
il razzismo, così come lo fanno contro il crimine. E' tempo di essere sicuri che
non esiste crimine pari al rubare le vite di
Robert Csorba e del suo piccolo figlio.
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